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Governo, oltre 13 miliardi di tagli a tasse e bollette. Ma Schlein parla di “accanimento”

Dario Martini
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Oltre tredici miliardi di euro stanziati in quattro mesi in favore delle famiglie con i redditi più bassi. È quanto il governo Meloni ha messo in campo per le famiglie più svantaggiate per sostenere il loro potere d’acquisto. Sono più di tre miliardi al mese, tra riduzione delle tasse in busta paga, agevolazioni in bolletta e altri tipi di sostegni. Eppure, la sinistra parla di «bonus insufficienti», di «bluff», di «menzogna inaccettabile». Tanto che il Pd annuncia che scenderà in piazza insieme alla Cgil. Maurizio Landini dice che sta valutando anche l’opzione sciopero. In pratica, una protesta contro i tredici miliardi destinati dal governo alle famiglie meno abbienti da gennaio ad oggi. I conti sono presto fatti. Con l’ultima finanziaria l’esecutivo ha stanziato una cifra cospicua per fronteggiare il caro bollette nel primo trimestre di quest’anno: 21 miliardi complessivi per famiglie e imprese. La quota messa a disposizione delle famiglie era pari a 2,5 miliardi. Soldi impiegati per finanziare il bonus sociale energetico. Per prima cosa è stata ampliata la platea delle famiglie con redditi bassi che hanno potuto accedere allo sconto riconosciuto per le spese di luce e gas, innalzando il limite Isee da 12mila a 15mila euro.

 

 

Sempre in manovra sono stati stanziati circa 430 milioni di agevolazioni per l’acquisto della prima casa in favore di giovani coppie under 36. Altro mezzo miliardo è stato riservato all’acquisto di beni alimentari e di prima necessita, 117 milioni per il rafforzamento del congedo parentale. Oltre a nuove risorse per l’aumento dell’assegno unico. In tutto, comprese le misure per pagare le bollette, fanno 4 miliardi. L’ultima legge di bilancio ha previsto anche un primo intervento sul cuneo fiscale, confermando quello già operato da Draghi. Il governo Meloni, infatti, ha stabilito un taglio di 3 punti percentuali fino 25mila euro di reddito e di 2 punti nella fascia da 25 a 35mila euro. Solo questa voce è stata finanziata con 4 miliardi. Il successivo taglio di altri 4 punti percentuali (sempre sotto i 35mila euro), stabilito con il decreto Lavoro approvato il primo maggio e in vigore da luglio a dicembre, è costato la stessa cifra: altri 4 miliardi. Quindi, la riduzione delle tasse sul lavoro da gennaio a oggi ammonta a 8 miliardi.

 

 

Infine, va ricordato il decreto Bollette approvato a fine marzo, che ha prorogato il bonus sociale luce e gas di altri tre mesi, fino a giugno. Grazie al calo del costo dell’energia è stato possibile stanziare meno risorse: 405 milioni. Senza dimenticare, però, un altro miliardo di euro che il governo ha previsto come contributo a compensazione delle spese di riscaldamento che gli italiani affronteranno da ottobre a dicembre. Se sommiamo tutte questi voci, fanno 13,4 miliardi di euro. Soldi che, come abbiamo visto, servono a ridurre le tasse ai lavoratori meno ricchi e ad aiutare le fasce di popolazione più povere ad affrontare il caro vita. Eppure la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha una visione totalmente negativa di quanto fatto dal governo: «Non si capisce questo accanimento contro lavoratrici e lavoratori, e contro la povertà», ha detto. Frase pronunciata proprio ieri quando l’Istat ha certificato un tasso di occupazione pari al 60,9%, «il più alto mai registrato in Italia», ha sottolineato Giorgia Meloni, «frutto del clima di fiducia percepito dalle imprese in questi primi sei mesi di governo».

 

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