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Primo maggio, varato il decreto. Calderone: accompagna chi ha voglia di lavorare

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È stato approvato in Consiglio dei ministri il decreto lavoro. A illustrare il nuovo pacchetto di misure in materia di sostegno all'occupazione è stata la ministra del Lavoro, Marina Calderone, al termine della riunione  a Palazzo Chigi.  Sul taglio del cuneo fiscale "si deve tenere in considerazione le situazioni che noi viviamo. Nel giro di pochi mesi nuovamente si interviene con una misura che va a favore delle famiglie. Mi sembra di poter dire che il governo, rispetto a ciò che è avvenuto in precedenza, è già intervenuto in manovra di bilancio con una riconferma e un aumento del cuneo. Intervenire nuovamente, vuol dire avere una dimensione del fatto che è necessario dare un sostegno alle famiglie. Anche perché tutto ciò che si farà sarà solo ed esclusivamente a vantaggio dei lavoratori e sarà ancora una volta un intervento che si scarica completamente sulle buste paga", ha detto l'esponente del governo di Giorgia Meloni. 

 

Il dl è "un intervento di ampio respiro, che dà risposte su tanti fronti e soprattutto delinea anche un percorso che deve certamente consentirci di accompagnare chi in questo momento ha bisogno di lavorare ma anche voglia di lavorare", ha detto la ministra che annuncia "interventi importanti a favore dei neet (i ragazzi che non studiano e non lavorano, ndr) come a favore dei giovani disabili. Abbiamo costituito un fondo per il risarcimento delle famiglie che hanno perso i loro figli nei percorsi di alternanza scuola-lavoro". A riguardo Calderone spiega che  si tratta di "un fondo che prevede che saranno risarcite dal 2018 a oggi, e poi strutturalmente anche nei prossimi anni anche se l'impegno di tutti deve essere ovviamente quello di fare in modo che queste situazioni tragiche non si verifichino più. C'è anche un intervento importante da parte del Ministero dell'Istruzione per ridefinire le regole, anche ai fini di una migliore attenzione alla sicurezza per i giovani nei percorsi di alternanza scuola-lavoro".

 

Tra i provvedimenti "abbiamo interventi anche sul fronte della semplificazione, anche per quanto riguarda i contratti a termine - aggiunge - e fatemelo dire che quello che ho letto non è quello che troverete nella norma perché l'obiettivo non era certo quello di rendere più precario l'utilizzo di questi strumenti ma invece di rendere più agevole l'interpretazione di una norma che in questo momento ha delle difficoltà applicative. Il concetto che noi vogliamo certamente portare avanti è quello di dire che il decreto dignità non ha contribuito a rendere più stabile il lavoro". 

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