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Meloni suona Landini: sbagliato lavorare il primo maggio? Annulli il concertone

Dario Martini
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Giorgia Meloni ha aspettato un po’ prima di rispondere alle parole di Maurizio Landini che sabato sera aveva definito la scelta di tenere il Consiglio dei ministri il primo maggio un «atto di arroganza» e un’«offesa» nei confronti dei lavoratori. Il premier ha lasciato passare la notte, poi ieri, di primo pomeriggio, ha diramato una nota in cui esprime tutta la sua irritazione e sorpresa per una polemica ritenuta surreale. «Sono incomprensibili le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini sul Consiglio dei ministri convocato il primo maggio per varare provvedimenti sul lavoro. Io credo sia un bel segnale, invece, per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono. E vorrei ricordare al segretario Landini che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni. Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice (i sindacati Cgil, Cisl e Uil, ndr) dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l’iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro».

 

Da notare che il botta e risposta Landini-Meloni è iniziato poche ore prima del vertice che si è tenuto ieri sera a Palazzo Chigi. Un incontro tra il governo e i sindacati volto a confrontarsi sul decreto lavoro che verrà portato questa mattina in Consiglio dei ministri. Landini ha detto di non capire il motivo per cui, «avendo a disposizione 365 di giorni l’anno, si debba fare un Consiglio dei ministri proprio il primo maggio, un modo sbagliato di rispettare coloro che lavorano». La polemica è proseguita anche durante il faccia a faccia al tavolo di Palazzo Chigi, con Landini che ha continuato ad attaccare Meloni ritenendo «una provocazione inaccettabile» il Cdm convocato per oggi. Il premier ha ribadito ancora una volta il suo punto di vista: «Non è mancanza di rispetto. Mi sarei aspettata un "bravi", la nostra era una mano testa, un tentativo di dialogo».

 

Anche il segretario della Cisl, Pierpaolo Bombardieri, condivide la posizione di Landini. Lo ha detto chiaramente a "Mezz’ora in più" sui Rai3: «Riteniamo un atto tardivo e un di propaganda» la convocazione dei sindacati solo il giorno prima della presentazione del decreto. «Sono andato a cercare le dichiarazioni di Meloni quando era all’opposizione» e da parte sua c’era «un attacco violentissimo, diceva che bisognava tutelare i lavoratori, attaccare le multinazionali. L’atto politico dove sta? La propaganda» è la risposta del governo perché «dà fastidio che domani la narrazione del lavoro sia fatta solo da Cgil, Cisl e Uil. Quindi si cerca, attraverso il Cdm e la conferenza stampa, di andare in concomitanza con i comizi, è un atto politico, legittimo, ma è un atto di propaganda». E poi, sempre prima di recarsi all’incontro con il premier, ha rincarato l’attacco: «È ancora possibile criticare il presidente del Consiglio o dobbiamo fare la valigia?».

 

Polemiche che lasciano fuori il merito, ovvero le misure inserite nel decreto lavoro. Anche se nemmeno sugli interventi messi in campo dal governo non sono mancate le polemiche preventive, con i sindacati che ritengono insufficienti le risorse stanziate e i provvedimenti sbagliati. Dalla maggioranza, invece, viene sottolineato come gli interventi previsti, soprattutto quelli fiscali, vadano nella giusta direzione. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ricorda che con il taglio del cuneo fiscale«i lavoratori con stipendi medio-bassi riceveranno un aumento in busta paga. Chiunque dotato di buon senso plauderebbe un provvedimento del genere. Invece alcuni sindacati sono contrari, immagino per questioni ideologiche». 

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