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L'Italia cresce oltre le attese. Germania e Francia restano al palo

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Pietro De Leo
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 L’Istat certifica una performance positiva per la crescita italiana. Nella stima sul primo trimestre 2023, infatti, fa segnalare un aumento del Pil pari allo 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,8% in termini tendenziali. Questi dati, inoltre, sono migliori di precedenti analisi preventive, che mettevano in conto per l’Italia un +0,2% sul trimestre e 1,4 tendenziale.

Tra i settori che hanno dato un apporto significativo allo stato di cose, quelli industriale e dei servizi, oltre ad una buona condizione della domanda, sia interna che estera. Si tratta di numeri che, proiettando il quadro a livello europeo, segnano un «effetto traino» di parte dell’area mediterranea che, di fatto, sostiene la crescita europea. L’Italia è, infatti, tra i Paesi che segnano le performance migliori. Più di noi fa il Portogallo (+1,6%), ma siamo affiancati alla Spagna e alla Lettonia con mezzo punto. Andiamo meglio della Francia (+0,2%) e soprattutto della Germania, che non fa segnare alcuna variazione rispetto al trimestre precedente. Nel complesso, il vicepresidente della Commissione Europea Paolo Gentiloni spiega che quelle arrivate dai numeri sulla crescita sono «notizie incoraggianti», a riprova di un’economia europea che «continua a mostrare una certa resistenza in un contesto globale difficile».

 

Innegabile che tutto questo si innesti nel dibattito politico, specie considerando che il tema economico era stato al centro delle previsioni più fosche a inizio mandato sul governo di centrodestra. Ora, dopo una manovra economica per due terzi destinata al contenimento di inflazione e caro bollette e contestualmente al varo di due nuovi scostamenti di bilancio per intervenire sul cuneo fiscale (nell’immediato) ed abbassare le tasse (l’anno prossimo) il dato sul Pil ha un effetto rincuorante. E nell’esecutivo e maggioranza viene sottolineato. A partire dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «L’economia italiana cresce oltre le stime previste scrive sui social – e sprona il nostro governo a far ancora di più per sostenere chi produce ricchezza nella nostra Nazione». E aggiunge: «Questi dati ne sono le dimostrazione: le nostre imprese, quando messe nella condizione di sprigionare tutto il loro potenziale, sanno fare la differenza rendendo l’Italia forte e competitiva e favorendo l’interesse di tutti gli Italiani».

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti commenta: «L’ambizione responsabile paga. Alle illazioni rispondono i fatti». Il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega esulta: «Alla faccia dei gufi, grazie a lavoro e sacrifici di imprenditori e lavoratori l’Italia cresce, più di Francia e Germania. Bene così, avanti con passione!». Anche il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani registra il risultato: «La visione e l’ambizione del governo si traducono in crescita economica: i dati Istat dicono che l’Italia cresce più di Germania e Francia», twitta.

 

Soddisfazione, poi, arriva anPer cento La crescita del Pil in termini tendenziali secondo quanto rilevato dall’Istat che dalle forze politiche del centrodestra. Esultanza diffusa in Fratelli d’Italia. «Abbiamo sentito che noi abbiamo disfatto l'economia italiana.

L’Istat certifica che nel primo trimestre di quest'anno e' aumentato dello 0,5%, più di Germania e Francia. Sono questi i dati che qualcuno non vuole dire, ma questi sono dati neutrali», dice Tommaso Foti, capogruppo alla Camera. L’omologo al Senato Lucio Malan osserva che le cifre sulla crescita dimostrano «il buon lavoro svolto fin qui dal governo Meloni». E ancora: «L’economia reale è in un clima di fiducia rispetto all’esecutivo, cosa che non si è riscontrata, quanto meno in questa misura, nei governi precedenti». Il segretario di Presidenza alla Camera Riccardo Zucconi fa notare: «Mentre gli altri chiacchierano noi lavoriamo e i risultati ci sono».

La deputata Ylenja Lucaselli ragiona: «In una situazione congiunturale complessa, che risente dell'inflazione e del caro energia, siamo riusciti a garantire la tenuta sociale delle famiglie, l'agibilità economica delle imprese e a proseguire verso la strada della crescita. Il Paese che produce e lavora risponde in modo positivo, dimostrando fiducia in questo governo». In questi numeri prova ad infilarsi Giuseppe Conte, che accusa il ministro dell’Economia Giorgetti: «Non ha alcun merito di questi risultati. Dovrebbe invece preoccuparsi di quella che è la prospettiva di crescita che sta determinando con questa maggioranza. Con la legge di bilancio nel segno dell’austerità questi numeri di crescita ce li dimenticheremo in fretta». Controreplica il capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari: «Peccato che Conte non sia contento che l'Italia cresca. Stare all'opposizione non significa remare contro il Paese e attaccare il ministro Giorgetti per il fatto che il Pil segni un +1,8% è grottesco».

La stima sul Pil è stata accolta positivamente anche dal mondo delle imprese: «L’Italia si conferma, anche nel primo quarto dell'anno, come uno dei paesi più dinamici nel contesto europeo», dice l’Ufficio studi Confcommercio, che poi aggiunge: «Tuttavia le notizie positive non devono distogliere l’attenzione sull'importanza di una rapida "messa a terra" dei progetti del Pnrr, gli unici in grado di imprimere un cambiamento strutturale al sistema Paese».

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