Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Def, al centrodestra mancano i numeri. La maggioranza va sotto alla Camera

  • a
  • a
  • a

Primo campanello d’allarme per la maggioranza in questa legislatura: nonostante i numeri sulla carta "tranquilli", inaspettatamente va sotto in Aula alla Camera sulla votazione a maggioranza assoluta sulla propria Risoluzione relativa allo scostamento di bilancio. Una bocciatura, dovuta alle molte assenze tra i banchi della maggioranza, di cui non si ricordano precedenti e che brucia: 195 voti favorevoli, mentre ne sarebbero serviti 201. Le opposizioni esultano e applaudono, prima di cominciare il fuoco di fila contro una maggioranza «incapace», contro la «sciatteria» che «mette a rischio il Def» con qualcosa di «mai accaduto prima». La risoluzione avrebbe autorizzato lo scostamento di bilancio per 3,4 miliardi nel 2023 e 4,5 miliardi nel 2024 ma con 195 voti favorevoli, 19 contrari e 105 astenuti non passa.

L’agitazione nella maggioranza è massima, viene convocata la conferenza dei capigruppo e poi a stretto giro un Consiglio dei ministri straordinario per mettere a punto una nuova risoluzione (passaggio obbligato dopo la bocciatura). Il Cdm dura pochi minuti e approva la nuova risoluzione, e la premier Giorgia Meloni, a Londra in visita istituzionale, assicura: «Mi sento di poter dire che il Def verrà approvato dal Parlamento nelle prossime ore, nei prossimi giorni, e che manterremo i nostri impegni, compreso quello di presentarlo in Europa entro il 30 aprile». Certo, ammette, «ovviamente si tratta di un brutto scivolone, una brutta figura per tutti. Credo che tutti quanti vadano richiamati alla loro responsabilità, perché qui noi affrontiamo una situazione che non è facile, stiamo facendo del nostro meglio, anche oggi qui non ci stiamo risparmiando e penso che non si debba risparmiare nessuno perché questa non è una fase che si può prendere con leggerezza». Meloni conferma anche il Cdm in programma il 1° maggio con le misure sul lavoro. Subito dopo la bocciatura, in Transatlantico il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si lascia andare: «Il problema è che i deputati non si rendono conto».

 

 

 

Passato il primo momento, si contano: sono 11 gli assenti della Lega e 4 quelli in missione; 9 quelli assenti di FI e 4 in missione; 5 quelli assenti di FdI e 9 in missione, secondo quanto emerso dai tabulati d’Aula; se si aggiungono i 2 non presenti di Noi Moderati sono 44 i deputati della maggioranza non presenti. Tra gli assenti della maggioranza i ministri Tajani, Fitto, Lollobrigida e Nordio, il capogruppo di FI alla Camera Barelli, tutti in missione. Le opposizioni attaccano. La leader del Pd, Elly Schlein, parla di «governo totalmente inadeguato», e il presidente del M5S, Giuseppe Conte, affonda: «Oggi il Parlamento rilascia l’attestato di incapacità alla maggioranza Meloni». «Siamo oltre l’immaginazione, una maggioranza con questi numeri che sull’atto politico più importante fallisce miseramente», commenta la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga. Duro il commento di Nicola Fratoianni: «Il Def è finito, lo devono buttare, non è mai successo nella storia. Non è un incidente secondario». In Aula Alleanza Verdi Sinistra e M5S chiedono che il governo vada subito al Colle. In serata arriva la soluzione, con il nuovo documento approvato dal Cdm e nuove votazioni indette per domani alla Camera e al Senato. Resta l’amarezza per la maggioranza per uno scivolone inatteso che lascerà inevitabili strascichi.

Dai blog