Pensioni, Durigon: presto Quota 41. Uscita anticipata senza limiti d'età
«Aspettiamo la prossima legge di Stabilità per capire su quante risorse possiamo contare. Ma l’obiettivo del governo, in tema di pensioni, resta quello dei 41 di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Un principio che è già entrato nella nostra legislazione, visto che è in vigore con la Quota 103, sebbene limitato dal paletto dei 62 anni del lavoratore» spiega a Il Tempo, il sottosegretario del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon.
Quando sarà pienamente applicata Quota 41?
«L’impegno che ha preso l’esecutivo Meloni è di portarla a compimento entro la fine della legislatura. Ma sono fiducioso che riusciremo a portare a casa la riforma anche prima. Le soluzioni ci sarebbero anche perché oggi buona parte di chi esce dal lavoro ha, nel suo assegno, un peso preponderante rappresentato dal sistema contributivo. E questo conferisce maggiore flessibilità nelle possibili decisioni di intervento legislativo nel settore».
Pensa a un’ipotesi intermedia con uscita a 41 anni senza paletto degli anni accettando il ricalcolo dell’importo usando solo il metodo contributivo?
«È una delle tante ipotesi in valutazione. Ce ne sono anche altre sulle quali continua il ragionamento. Ma ripeto: più ci allontaniamo dal 1996, anno di partenza della riforma Dini, più il sistema che la legge ha introdotto favorisce l’uscita degli occupati senza aggravi importanti per le finanze pubbliche».
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I tavoli tecnici con i sindacati e gli esperti sono di fatto bloccati. Quando ripartiranno?
«In prossimità della sessione di bilancio quando il quadro delle risorse a disposizione sarà più chiaro e delineato. Confido però di poter iniziare nuovamente la discussione nel mese di luglio. Al momento stiamo analizzando le proposte arrivate».
Pensa di poter trovare risorse prima dell’estate?
«Le ipotesi di lavoro della legge di Stabilità per il 2023 avevano portato il governo a postare una buona parte di fondi per l’emergenza energetica. Non ho elementi di certezza ma confido che, alla fine, la sovrastima delle risorse possa tramutarsi in risparmi che potranno finanziare gli interventi promessi anche nel campo della previdenza. È solo un auspicio».
Quali altri interventi il governo ha in cantiere nel settore delle pensioni, posto che ci siano risorse sufficienti?
«Oltre a quota 41 una delle priorità resta il rafforzamento dell’Ape social e l’ampliamento delle categorie considerate usuranti per le quali si possono allargare i requisiti di uscita anticipata».
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Il primo maggio arriverà un decreto per il taglio del cuneo fiscale ai lavoratori. Cosa ne pensa?
«È un segnale importante verso gli occupati soprattutto quelli con un reddito più basso. Appena trovati i 3,5 miliardi di euro non abbiamo esitato a dirottarli in quello che consideriamo uno dei polmoni della ripresa e cioè il sostegno ai consumi delle fasce più penalizzate».
Viste le poche domande arrivate nei primi mesi del 2023 potrebbe trovar posto nel decreto un provvedimento per allargare i requisiti di Opzione donna?
«Non ne ho contezza. Certo, un segnale verso il mondo delle lavoratrici sarebbe importante visto che sono tra quelle che più pagano la crisi. Il premier è molto sensibile alla questione femminile ma, ripeto, di non aver avuto nessuna conferma in proposito».