Emergenza migranti, Sergio Mattarella tira le orecchie all'Europa
«Sintonia piena» su Ucraina e migranti. Le distanze tra Sergio Mattarella e Andrzej Duda, due diverse idee di Europa e di sovranità, ci sono e restano, ma rimangono in secondo piano. Il momento storico impone unità e responsabilità ed ecco allora che Roma e Varsavia chiedono all’unisono a Bruxelles di fare di più per governare i flussi e tenere compatto il fronte impegnato nel sostegno a Kiev.
I due presidenti si confrontano a lungo nel corso dell’incontro nel palazzo presidenziale e si ritrovano uno a fianco all’altro. «Sappiamo che l’Italia fa un grandissimo sforzo per fronteggiare le migrazioni dall’Africa settentrionale ma anche noi abbiamo lo stesso problema con il regime della Bielorussia che le sta usando in quello che è diventata una sorta di attacco ibrido al territorio polacco», mette in chiaro Duda che si aspetta «un sostegno maggiore da parte dell’Ue per i Paesi che devono affrontare le migrazioni illegali e iniziative più decise» da parte della Commissione europea. Anche Mattarella torna a spronare l’Europa, scegliendo toni netti: «Regole della preistoria», scandisce per definire la politica di immigrazione e di asilo dell’Unione. Il riferimento è al Trattato di Dublino che stabilisce il principio del primo approdo: ormai ingiustificato e ingiustificabile, ragionano al Quirinale. «Nessuno Stato, da solo, può affrontare un problema così epocale. Ma l’Unione europea può farlo con un’azione coordinata e ben organizzata», è il nuovo appello.
Le parole del Capo dello Stato arrivano nel momento in cui in Senato la maggioranza cerca una stretta sul tema con il decreto Cutro e forte è lo scontro con le opposizioni. Il centrodestra, allora, prova a schierare dalla propria parte l’inquilino del Colle. «Mattarella ha definito, in maniera chiara, le regole che disciplinano l’accoglienza dei migranti, aggiungendo che l’Italia non può, da sola, sostenere il peso di questa emergenza. Cosa diranno adesso il Pd e la sinistra tutta, ora che il capo dello Stato ha giustamente rilevato, nell’ambito delle sue prerogative, questa seria problematica?», incalza il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti. «Le parole del presidente Mattarella confermano che l’emergenza immigrazione non può essere gestita con gli strumenti attuali», gli fa eco l’omologo al Senato Lucio Malan.
A Varsavia, il viceministro degli Esteri in quota FdI Edmondo Cirielli, membro del Governo che accompagna il presidente, condivide, ma sulla revisione dei trattati sposa in pieno la linea Meloni: «Bene riformare Dublino, ma non basta. Serve bloccare la tratta di esseri umani delle grandi organizzazioni criminali che stanno dietro alle partenze e procedere con un grande piano per l’Africa con aiuti in loco», è il ragionamento. Anche Mattarella guarda al continente africano e si dice preoccupato per quelle che definisce le «pressioni e iniziative destabilizzanti» dell’ultimo periodo. «Quanto avviene in queste ore in Sudan è allarmante. L’azione della Wagner in tanti Paesi africani richiama a grande allarme la Nato e l’Unione europea», sentenzia chiedendo «un’azione dell’Unione europea attiva e protagonista». Il ruolo svolto dalla Wagner unisce il dossier migranti con quello ucraino. Anche in questo caso Mattarella e Duda si trovano schierati sulle stesse posizioni. «Sintonia piena - ribadisce l’inquilino del Colle - che significa sostegno all’Ucraina finché è necessario, finché occorre, sotto ogni profilo: di forniture militari, finanziario, umanitario, per la ricostruzione del Paese». «Come ha detto bene il Presidente Duda - è la sottolineatura - se l’Ucraina fosse lasciata alla mercé di questa aggressione, altre ne seguirebbero. E la connessione mondiale precipiterebbe».
Il Capo dello Stato si dice «inorridito» da alcuni «comportamenti disumani» messi in campo dalle Forze armate russe che colpiscono abitazioni e infrastrutture civili. Ecco perché, quindi, è indispensabile la coesione dell’Ue «contro ogni impulso imperialista frutto di esasperazioni nazionalistiche», perché «in questa brutale e inaccettabile aggressione alla libertà, all’indipendenza, all’integrità territoriale dell’Ucraina» sono «in gioco i suoi valori di fondazione». Il Capo dello Stato incontrerà il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Sul tavolo ci saranno ancora una volta il supporto all’Ucraina, le relazioni bilaterali politiche ed economiche tra i due Paesi e la cooperazione nei format multilaterali. Poi l’importante visita ad Auschwitz. Lì, assicura Mattarella, «insieme a giovani di tutto il mondo, alla Marcia dei Vivi, ripeteremo "mai più"».