Decreto migranti oggi, stretta sui permessi di soggiorno e stop protezione speciale
Una ulteriore stretta sulla protezione speciale e sulla convertibilità dei permessi di soggiorno per calamità e per cure mediche: dopo giorni di continue fughe in avanti e stop arriva l’accordo nella maggioranza sulle modifiche al decreto sull’immigrazione. Un accordo che si concretizza in un emendamento parlamentare, e non del governo, firmato da tre esponenti di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. E che sposa le richieste della Lega che infatti si intesta la vittoria ed esulta: «Si ritorna ai decreti Salvini».
«L’obiettivo - spiegano da Fratelli d’Italia - è cancellare la cosiddetta protezione speciale», che «si è allargata a dismisura». La linea, viene fatto notare, resta quella della premier Giorgia Meloni che intende sostituire la protezione speciale con un una norma di «buon senso che corrisponda alla relativa normativa europea di riferimento». «È assurdo abolire la protezione speciale», attacca il capogruppo del Pd al Senato, e Sinistra Italiana, con il segretario Nicola Fratoianni, spera in una «opposizione dura» in Parlamento contro un decreto che «restringe ancora di più gli spazi per una efficace accoglienza e una buona integrazione».
«La protezione speciale è un unicum italiano che crea condizioni attrattive per l’immigrazione e la azzereremo», si è spinto in avanti già nella mattinata di ieri il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. Si è scelto di intervenire a livello parlamentare, mentre il tema non era stato toccato negli emendamenti del governo depositati ieri in Commissione Affari Costituzionali. «Se la Commissione troverà una soluzione compatibile con l’ordinamento italiano ed europeo interverremo nell’ambito di quelli che sono i principi di uno stato di diritto», ha puntualizzato il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, «siamo in sede di conversione di un decreto legge, firmato dal capo dello Stato», e non può essere esposto a «un richiamo dal capo dello Stato».
Il testo su cui è stata trovata l’intesa porta le firme di Maurizio Gasparri (FI), Daisy Pirovano (Lega) e Marco Lisei (FdI). Intende limitare la convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro dei permessi concessi per protezione speciale, di quelli in caso di calamità e per cure mediche. Circoscrive le condizioni che impediscono l’espulsione degli stranieri che soffrono di gravi patologie, precisando che deve trattarsi di patologie «non adeguatamente curabili» nel Paese di origine. E i permessi in caso di calamità, che da «grave» diventa «contingente ed eccezionale». Estende poi il permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica a chi rischia un matrimonio forzato nel Paese di origine. «L’obiettivo comune - spiegano i tre firmatari dell’emendamento - è quello di evitare che le giuste necessità di proteggere stranieri perseguitati nei loro Paesi si trasformino, come è accaduto col governo giallo-rosso e col ministro Lamorgese, in sanatorie di fatto». Le opposizioni rispondono con 350 emendamenti, la maggior parte, circa 220, del Partito Democratico, ma la discussione in Commissione sarà contingentata: la seduta è convocata per lunedì mattina, ma martedì il provvedimento è atteso in Aula al Senato. Con ogni probabilità arriverà quindi senza relatore, e gli emendamenti dovranno essere ripresentati e votati uno a uno.