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Difesa dei confini e rimpatri, intesa Italia-Spagna sui migranti

Dario Martini
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A febbraio otto paesi europei hanno chiesto uno sforzo maggiore dell’Unione sul tema dei rimpatri e nel controllo delle frontiere esterne. Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta e Slovacchia non sono gli unici alleati dell’Italia in questa battaglia per risolvere in modo serio l’emergenza migranti. Un mese fa, anche il primo ministro olandese Mark Rutte ha dato il suo appoggio a Giorgia Meloni nella lotta ai trafficanti. Ieri è stata la volta del premier spagnolo Pedro Sanchez. Nell’incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio ha detto senza giri di parole che Spagna e Italia «sono allineate sugli obiettivi» a cominciare dal «patto sull’immigrazione». Insomma, il fronte comune per un cambio di passo nella Ue prende sempre più forma. Svolta attesa soprattutto sul controllo delle frontiere e sui rimpatri, anche se i tempi per ottenere risultati concreti non saranno brevi. L’orizzonte a cui si guarda, Meloni in primis, è il consiglio europeo di giugno. «L’Europa in una fase così delicata deve dare risposte efficaci e immediate, adesso guarda con molta più attenzione ai confini esterni, conveniamo che» in quell’occasione «ci sia un nuovo passo in avanti», ha spiegato il presidente del Consiglio.

L’intesa con la Spagna è ancora più importante dal momento che questo Paese assumerà la presidenza della Ue nel secondo semestre dell’anno. L’identità di vedute si spiega anche col fatto che Madrid fa i conti da anni con le enclave spagnole di Ceuta e Melilla in Marocco. Quindi, non sorprende che Sanchez si esprima in questi termini: «Sul Patto di migrazione e asilo è stato fatto un passo in avanti importante perché alcuni Paesi hanno riconosciuto che l’immigrazione irregolare è un problema europeo che richieste una risposta europea. Si deve parlare meno di dimensione interna e più di dimensione esterna, dobbiamo parlare della cooperazione e collaborazione con i paesi di origine e transito (africani, ndr), questa è l’impostazione di Italia e Spagna e quando abbiamo parlato con gli altri abbiamo chiesto ciò che è ragionevole». I paesi che si affacciano sul Mediterraneo, non possono più essere lasciati soli nel controllo delle frontiere. Quella missione navale europea invocata da Meloni come unica soluzione seria in grado di contenere le partenze.

 

 

 

Lo sforzo diplomatico dell’Italia non si concentra solo in ambito europeo. Ma anche a livello atlantico. Al termine del vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi Nato, il segretario dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha illustrato i passi avanti fatti sul dossier immigrazione: «Quando abbiamo parlato delle sfide in Medio Oriente e nel Nord Africa ho discusso diverse volte con il premier e il ministro degli Esteri italiani. Stiamo inoltre aumentando la nostra cooperazione e il nostro sostegno a Paesi come Tunisia e Mauritania e scambiamo informazioni e sostegno tra alleati Nato. La questione migrazione dev’essere affrontata con diversi strumenti, di cui molti sono fuori dal mandato Nato, ma alcuni lo sono e stiamo lavorando per affrontare le cause alla radice». Ed è proprio sulla Tunisia che si stanno concentrando gli sforzi dell’Italia, affinché si sblocchino i finanziamenti da parte del Fondo monetario internazionale.
 

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