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Conte di lotta e di governo, scende in piazza e tratta per le poltrone

Christian Campigli
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Di lotta, in piazza al fianco di associazioni e di sindacati, ma anche di governo, quando è necessario trattare per ottenere poltrone importanti. Per se stesso e per i suoi. Giuseppe Conte si conferma uno dei politici più poliedrici dello scenario italiano. L'Avvocato del Popolo è stato capace, nelle recenti settimane, di cambiarsi d'abito con estrema disinvoltura. Pochi giorni dopo la rissa tra i ragazzi di Azione Studentesca e gli attivisti dei Collettivi di Sinistra, di fronte al Liceo Michelangiolo di Firenze, il leader del Movimento Cinque Stelle prese il treno in direzione del capoluogo toscano. Dopo essersi diretto sul luogo della violenta scazzottata, raggiunse il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein. E si fece immortalare, di fronte a mille flash, in piazza Santa Croce. Pronto a combattere contro l'imminente ritorno del pericolo fascista, a fianco di quella che, da quel giorno, è diventato il suo principale alleato. Alla fine di marzo l'uomo che, insieme a Luigi Di Maio, avrebbe dovuto sconfiggere la povertà in Italia, ha seguito il lungo serpentone degli autoproclamatosi «esodati del Superbonus». L'ex Presidente del Consiglio, uno dei principali promotori del 110%, ha puntato il dito contro l'esecutivo di centrodestra.

«Una politica seria non cambia le regole a partita in corso abbandonando poi i cittadini al loro destino. Il governo non deve rinnegare gli impegni presi in campagna elettorale. Il Movimento è sceso in piazza a fianco di imprenditori, famiglie, lavoratori e professionisti che pagano l'avversione del governo su superbonus e misure per l'edilizia, misure che hanno portato una enorme crescita, posti di lavoro e vantaggi ambientali a beneficio di tutti. Ora vanno sbloccati i crediti fiscali incagliati: non possiamo permettere che famiglie e operatori siano abbandonati alla disperazione. Ci batteremo fino all'ultimo, fino a quando non otterremo una soluzione». Senza dimenticare che, al recente congresso della Cgil, il nativo di Volturara Appula ha espresso una grande vicinanza al principale sindacato italiano. «Dobbiamo ritrovarci sul terreno delle proposte concrete partendo da un patto per contrastare le disuguaglianze. Su questi temi concreti definiremo la forza della nostra opposizione». Un politico, se osservato solo in questi scenari, che pare voler ripercorrere i passi tracciati dai grandi leader della sinistra popolare degli anni Sessanta. Sempre a fianco degli ultimi.

 

 

 

 

Ma vi è poi un altro aspetto, parallelo e antitetico al precedente. Conte, quando si tratta di poltrone non si fa troppi problemi a stringere accordi anche con l'attuale premier, Giorgia Meloni. In quel caso, la bandiera dell'antifascismo può essere tranquillamente riammainata. L'ultimo esempio di questa ambiguità degna di un Giano Bifronte giunge dalla vicenda relativa alle nomine in Rai. Nell'azienda di Stato, in base ai rumors che provengono da ambienti politici, dovrebbe esserci, già nelle prossime settimane, una piccola rivoluzione. Un piatto troppo ghiotto per non solleticare le papille gustative del numero uno dei Grillini. Alla base dell'accordo con Fratelli d'Italia, al contiano Giuseppe Carboni dovrebbe toccare Rai Parlamento (anche se l'Avvocato del Popolo punta il Tg3). Antonio Preziosi dovrebbe invece andare a dirigere Rainews24, una poltrona di prestigio, lasciata libera da Paolo Petrecca. In rampa di lancio per approdare a Rai Sport.
 

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