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Il ministro Zangrillo: "Più merito e digitale per una Pa moderna"

Mario Benedetto
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Da una nuova scuola per la Pubblica amministrazione agli obiettivi della digitalizzazione e del ricambio generazionale: sono gli argomenti affrontati dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in un colloquio con Il Tempo.

Ministro, una nuova scuola per la Pubblica amministrazione nel simbolico territorio de L’Aquila, come nasce e con quali obiettivi?
«L’Aquila è un territorio straordinario, lacerato da ferite profonde, che ha sempre saputo rialzarsi con dignità e forza. La Scuola nazionale di alta formazione è un simbolo di capacità, merito ed eccellenza che forma e prepara la classe dirigente a guidare la complessa macchina amministrativa. Da qui la scelta dell’Aquila come territorio evocativo per la sua nuova sede, un segnale di ripartenza e di presenza dello Stato, di attenzione e vicinanza alla popolazione. Con la presidente Severino abbiamo deciso che qui nascerà una classe dirigente in grado di rispondere a un rinnovato contesto di management pubblico, che non punta soltanto all’acquisizione di competenze tecniche, ma che sappia coniugare, valorizzare e sviluppare attitudini relazionali, di gestione del personale, di leadership, motivazionali e di problem solving.
Superiamo il vecchio stereotipo del burocrate, del mandarino di Stato, per immettere in tutti i rami delle amministrazioni manager e professionisti orientati al cambiamento».

Nell’ambito della formazione è prevista una nuova piattaforma con attività destinate a oltre 3 milioni di lavoratori.
«La formazione è uno dei capisaldi della mia azione di governo, che ha al centro il capitale umano. Ho sempre detto che non intendo fare riforme epocali, ma che il mio obiettivo è far in modo che le cose accadano: innovare la Pa, renderla competitiva con le sfide e attuare quel necessario processo di rinnovamento che serve. Senza una giusta attenzione verso le persone non sarebbe possibile attuare nessuno di questi obiettivi, per questo è necessaria una piccola rivoluzione culturale per orientare il nostro capitale umano ad accogliere i cambiamenti e trasformarli in opportunità. La formazione è uno degli strumenti imprescindibili di questo percorso, fino ad oggi al personale pubblico erano dedicate solo quattro ore all’anno per la formazione, un tempo assolutamente risibile e inadeguato. Con Syllabus, la piattaforma per la formazione disponibile per tutte le amministrazioni, totalmente rinnovata e arricchita di nuove funzionalità, mettiamo a disposizione di tutti i dipendenti pubblici piani personalizzati di formazione, corsi in continuo aggiornamento, opportunità di valutazione e misurazione del proprio percorso formativo e dei progressi raggiunti. La piattaforma si lega alla direttiva che ho firmato lo scorso 23 marzo, indirizzata a tutte le amministrazioni, che punta all’acquisizione di competenze digitali di base per la transazione digitale, amministrativa ed ecologica. Mettiamo in capo alle amministrazioni un livello di formazione che deve raggiungere il 30% dei dipendenti entro fine anno, il 50% entro il 2024 e raggiungere almeno il 70% nel 2025. Portiamo ad almeno 3 giorni il tempo per la formazione, il 60% in più rispetto ad ora, e la rendiamo a pieno a titolo parte delle attività di lavoro da svolgere».

Sul fronte del digitale, quali le innovazioni del nuovo portale inPA dedicato ai concorsi?
«InPA è il portale del reclutamento, un sistema digitale innovativo che supera l’obbligo di pubblicazione in Gazzetta ufficiale e raccoglie in una piattaforma unica tutte le opportunità per entrare a far parte della pubblica amministrazione. Concorsi, incarichi, ma anche una banca dati a disposizione di chi già fa parte dell’amministrazione con percorsi di carriera e mobilità. Un’unica porta d’accesso al lavoro pubblico. Il portale, accessibile attraverso autenticazione digitale, consente di gestire telematicamente tutte le procedure, dalla pubblicazione del bando, all’inserimento della candidatura fino alla pubblicazione delle graduatorie. Un sistema totalmente digitalizzato che velocizza, snellisce e accelera la selezione del personale da inserire nella PA. Obbligatorio per le amministrazioni centrali, a breve, dal primo giugno, lo sarà per tutte le amministrazioni. Attualmente il portale, grazie alla collaborazione con LinkedIn e le associazioni ordinistiche e non, raccoglie oltre 6 milioni di curricula, una rete che continua a crescere e svilupparsi a testimonianza di come la Pa sia in grado di attrarre risorse e di offrire prospettive professionalizzanti ai nostri giovani».

Il governo si è impegnato a stabilizzare i tecnici del cratere: che notizie può darci a riguardo?
«Il dipartimento della funzione pubblica è al lavoro per dare attuazione al decreto-legge "Ricostruzione" attraverso una ricognizione puntuale delle unità di personale da stabilizzare e degli oneri per le assunzioni a tempo indeterminato. A maggior supporto dei processi di stabilizzazione, le amministrazioni interessate possono accedere a un fondo appositamente costituito presso il Ministero dell’economie e finanze per coprire parte dei costi per queste assunzioni. Stimiamo che la misura riguardi circa 250 unità, in aggiunta alle circa 500 già stabilizzate con una analoga procedura, di Uffici speciali per la ricostruzione, Regione, Comuni, Unioni di Comuni ed Ente parco. L’obiettivo è garantire alle amministrazioni e ai cittadini certezza nella capacità di assolvere alle complesse procedure riguardanti la ricostruzione pubblica e privata».

La Pa ha assoluta esigenza di promuovere criteri di misurabilità e “merito” sul lavoro: come raggiungere questo traguardo? E come attuare un efficace ricambio generazionale?
«Il merito e la valorizzazione del personale attraverso meccanismi di premialità e carriera sono, insieme alla formazione, i focus su cui sto lavorando come azioni prioritarie. Un’organizzazione funziona solo se siamo in grado di motivare e sviluppare un maggiore senso di appartenenza del personale che la compone. Criteri oggettivi di misurazione dei risultati, la valorizzazione delle competenze e l’accrescimento delle proprie professionalità sono gli strumenti da utilizzare per individuare i più meritevoli e prevedere per queste figure, non solo premi economici, ma reali possibilità di carriera. Stiamo lavorando sul piano della performance, sulle progressioni di carriera e sui meccanismi di premialità. Questo nuovo approccio al lavoro pubblico, disancorato da rigidi inquadramenti e carriere bloccate, è un sistema che, insieme ai nuovi processi di digitalizzazione e alle opportunità di assunzione, apre le porte a un importante ricambio generazionale che ci rende più attrattivi e competitivi». 

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