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Governo, si lavora ancora al taglio delle commissioni sul Pos: i tempi per le modifiche

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Uno dei più spinosi argomenti della scorsa manovra finanziaria torna in auge. Il governo Meloni ha promesso ai commercianti che fino a 30 euro (inizialmente si era parlato di una soglia di 60 euro) non ci sarebbe stato alcun obbligo che faceva scattare le sanzioni e, come riferisce Repubblica, si sta ancora studiando la giusta soluzione per portare a termine tale missione. In particolare ad inizio marzo è stato avviato un tavolo al Ministero dell’Economia per produrre un piano finale, partendo da un taglio dei costi per i pagamenti digitali fino a 10 euro, riducendoli poi fino a 30. Ma ancora bisogna trovare la quadra.

 

 

“Filtra comunque ottimismo e, al netto dell’extra-time, si punta a riaggiornare il tavolo subito dopo Pasqua per chiudere il tutto, è l’aspettativa al Mef, per metà mese” la ricostruzione della tempistica fornita dal quotidiano, che fa quindi pensare ad un lieto fine in tempi brevi. A complicare la situazione, dilatando leggermente i tempi previsti, c’è il fatto che in Italia si registra una grande variabilità tra le offerte dei gestori dei Pos, con numerose voci di costo che non permettono un facile confronto. “Ecco perché indicatori sintetici di più facile comprensione, come avviene per altri prodotti bancari e finanziari, faciliterebbero la vita degli esercenti e promuoverebbero un livellamento dei costi” l’idea che può far compiere lo scatto decisivo sul tema commissioni.

 

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