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Regionali Friuli-Venezia Giulia, i leader del centrodestra lanciano il bis di Fedriga

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Continuità o cambiamento. È la scelta che hanno dinnanzi, domenica 2 e lunedì 3 aprile, gli elettori del Friuli Venezia Giulia, chiamati a scegliere presidente e consiglio regionale. Nel segno della continuità si ripresenta il governatore uscente Massimiliano Fedriga, sostenuto dal centrodestra e che può contare anche sulla lista che porta il suo nome, una delle novità dell'appuntamento elettorale. L'altra trova posto nella coalizione di centrosinistra che sostiene Massimo Moretuzzo, di cui fa parte anche il Movimento 5 stelle. Per il Terzo polo si presenta invece Alessandro Maran, mente Giorgia Tripoli corre per Insieme liberi, una formazione che fonda la sua proposta anche sulla libertà vaccinale. L'assenza di altre elezioni ha favorito l'afflusso di big nazionali.

Oggi, a Udine, Fedriga ha schierato i vice premier Antonio Tajani e Matteo Salvini, mentre la premier Giorgia Meloni, attesa a sua volta nel capoluogo friulano, è intervenuta in videocollegamento poiché impossibilitata ad arrivare a Udine visto l'incontro della mattinata col presidente dello Stato, Sergio Mattarella. Per il centrosinistra, ieri, è arrivata la segretaria del Pd Elly Schlein e oggi è stata la volta di Giuseppe Conte. Nei giorni scorsi, infine, aveva fatto tappa in Fvg anche il leader di Azione, Carlo Calenda.

 

Che partita è, quella che si giocherà domenica e lunedì? Essenzialmente, Fedriga chiede nuova fiducia per proseguire un percorso segnato, ha rimarcato più volte il presidente uscente, da tante difficoltà. Di contro, il centrosinistra si presenta come alternativa a un modo di governare, sottolinea lo schieramento, che non ha prodotto benefici per il territorio. Maran punta sulla voglia di uscire dagli schemi abituali, concetto al quale si affida, con ancora più forza, Tripoli. Dovesse vincere il centrodestra, sarà interessante vedere quale sarà il bilanciamento tra le forze della coalizione. In casa centrosinistra si punta sull'effetto Schlein. Su tutto, pesa un'incognita; la partecipazione al voto. In questo senso, le recenti regionali in Lombardia e Lazio non inducono all'ottimismo.

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