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Quali sono gli interventi del Pnrr, il ministro Fitto: "Report per salvare i progetti realizzabili"

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Christian Campigli
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Un'opportunità unica. Per rendere migliore e più moderno il nostro Paese. Un report, per comprendere lo stato di avanzamento dei lavori. E per analizzare, in profondità, i progetti ancora non partiti. Il ministro per gli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, durante la Cabina di Regia per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che si è svolta a Palazzo Chigi, ha tirato le fila sui lavori finanziati con il Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Quello che serve non è una radiografia, ma una vera e propria risonanza magnetica di tutti i progetti Pnrr da qui fino alla scadenza del Piano nel 2026. È necessario che ogni ministero evidenzi chiaramente le criticità, ne spieghi le ragioni e individui delle soluzioni percorribili”.

Fitto, entrando nel dettaglio, ha spiegato che grazie a questo metodo di lavoro l'Italia potrà avere delle “ragioni forti” per rinegoziare gli obiettivi con la commissione Europea. “Se noi oggi capiamo, e lo possiamo capire anche da questa relazione, che alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati, ed è matematico, è scientifico che sia così, dobbiamo dirlo con chiarezza e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa”. Un riferimento chiaro ed esplicito allo stadio di Firenze o solo un ragionamento generale? Impossibile saperlo ad oggi. Un dubbio che, certamente, verrà dissipato nelle prossime settimane.

“L'orizzonte temporale di questo governo porta a fare una valutazione su come recuperare le risorse di quei progetti che non hanno una capacità realizzativa entro il 2026 - ha aggiunto il Ministro - L'opportunità del Pnrr non è per sempre, quindi bisogna valutare in modo oggettivo la necessità di modificare alcuni obiettivi. È necessario inoltre aprire una valutazione attenta per capire come recuperare le risorse di quei progetti che sono all'interno del Pnrr, ma che hanno una capacità di spesa che consentono un riallineamento con la coesione”.

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