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Pd in tilt sui capigruppo, mossa in extremis di Schlein: cosa ha promesso a Bonaccini

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Tutto fermo e trattative in alto mare. Il nuovo Pd di Elly Schlein rischia di schiantarsi sulla scelta dei capigruppo di Camera e Senato. I pontieri del presidente dem  Stefano Bonaccini trattano con la segretaria ma "il negoziato, fino a ieri notte, era ancora in alto mare", riporta Repubblica. Domani si vota per eleggere i due nuovi capigruppo e mentre ci sono pochi dubbi sull'esito - Chiara Braga e Francesco Boccia guiderebbero i dem in Parlamento - ma c'è il rischio che "una fronda di scontenti, se non ci fosse un accordo di massima sulla segreteria, potrebbe votare scheda bianca".

 

Insomma, i big della minoranza vogliono un accordo sulla segreteria prima del voto per i capigruppo, i sostenitori di Schlein in contrario. Nella partita della squadra della segretaria c'è la delega cruciale all’Organizzazione, che Schlein "vuole ovviamente affidare a una persona di fiducia, che dovrebbe essere Marco Sarracino".

 

Per ottenerlo "potrebbe offrire alla minoranza uno dei due vice-segretari (per la sua area invece girano i nomi di Marco Furfaro o Peppe Provenzano). A patto che il profilo bonacciniano rispecchi quel rinnovamento che la leader intende portare avanti. Soprattutto, Schlein non è intenzionata ad accettare nomi dettati dai capicorrente", si legge nel retroscena Gli schleiniani sperano che la spartizione delle deleghe della squadra in stile “governo ombra” possa fa diminuire le fibrillazioni all'interno del partito. 

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