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Come l'Unione europea gestisce i flussi migratori? Le soluzioni dell'Italia al Consiglio europeo

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Un vertice che porrà un accento sulla competitività e la strategia di rilancio industriale e commerciale dell'Ue quello che si apre a Bruxelles. Di nuovo al centro il tema dell'Ucraina e interverrà - da remoto - per l'ottava volta in un Consiglio europeo il presidente Zelensky, con l'inserimento dell'invio di un milione di munizioni a Kiev dal Fondo europeo per la pace, gli accordi commerciali con i paesi terzi, mentre il capitolo migrazione non avrà nuove conclusioni o discussioni ma i leader, e l'Italia in primis, ascolteranno con attenzione le parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sulle misure introdotte su impulso politico dei Ventisette nel vertice di febbraio.

Ci potrebbe essere un piccolo giro di tavolo ma l'Italia è pienamente soddisfatta delle scorse conclusioni, ora si tratta solo di metterle in pratica. E non a caso l'azione diplomatica del governo è riuscita non solo a far inserire il debriefing della presidente von der Leyen sulle azioni intraprese, ma anche la menzione della "rapida attuazione" delle misure e l'impegno a tornare sul tema nei vertici futuri su base regolare. Un risultato che fonti diplomatiche definiscono "incoraggiante". Al pranzo di lavoro con i leader parteciperà anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che si confronterà sulle principali questioni geopolitiche e sulle sfide globali.

Tutto sommato, sul fronte economico si riprende la discussione iniziata negli ultimi vertici con uno slancio più ampio e dettagliato sulla strategia europea da mettere in campo per i prossimi anni: dal piano industriale per il Green Deal, il Net-Zero Industry Act, alla nuova governance economica, alla riforma del mercato elettrico. Sono temi che determineranno le scelte dell'Ue nel medio e lungo periodo anche in un'ottica geopolitica.

Da quanto si apprende a Bruxelles non dovrebbero esserci grossi punti di attrito anche se il contesto potrebbe favorire l'emergere di punti di interesse nazionali. Anche l'Ungheria, che ha evitato di appoggiare una lettera della presidenza Ue sulle indagini della Corte penale internazionale e contraria all'invio di munizioni a Kiev, non dovrebbe porre veti. Alcuni Paesi, guidati dalla Francia, vorrebbero inserire un riferimento al nucleare, anche nell'ottica di fonte di energia a buon prezzo che possa garantire competitività alle imprese. Torna il riferimento a un'ampia utilizzazione e flessibilità sui fondi esistenti e la garanzia che tutte le imprese possano godere della parità delle condizioni e non essere penalizzate dalla corsa ai sussidi aperta dall'allentamento delle regole sugli aiuti di Stato.

L'Ue vuole semplificare le norme per il rilancio della competitività delle imprese e inaugurare una stagione di autonomia strategica sulle materie prime critiche, al momento del tutto inesistente. L'Italia non voleva vaghezza sulla riforma del mercato elettrico ed è riuscita a strappare nelle conclusioni l'impegno a portarla a termine entro la fine dell'anno.

Un dibattito che potrebbe aprirsi è quello relativo alla riforma del Patto di Stabilità, a cui le conclusioni fanno cenno, ma sulla quale i leader non vogliono esprimersi fino a quando non ci sarà una proposta legislativa concreta della Commissione europea. Permane la spinta dei paesi cosiddetti 'frugali' che vorrebbero intervenire con maggiore assertività nei percorsi di rientro del debito che i singoli paesi dovranno concordare con la Commissione.

Non ci si aspetta, invece, che emerga il tema dello stop ai motori termici dal 2035 su cui è già chiuso l'accordo tra Parlamento europeo e Consiglio mentre avanzano le interlocuzioni tra Commissione e Germania per poter introdurre in un provvedimento a parte i carburanti sintetici. È molto presumibile invece che la presidente Meloni parli del tema della Tunisia perché è talmente evidente l'urgenza di questo problema che è difficile che non ne parli, riferisce una fonte diplomatica, e l'obiettivo è arrivare allo sblocco della linea di credito del Fondo monetario internazionale per evitare il collasso economico del Paese.

Sulla Cina non si è detta una sola parola tra gli ambasciatori sul viaggio di von der Leyen a Washington, afferma una fonte diplomatica, il che denota che i rilievi del Consiglio potrebbero trarre origine da una presa di posizione individuale del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, critico per l'iniziativa della Commissione di stringere un'intesa con la presidenza Usa su futuri accordi commerciali in chiave anti-Cina senza aver consultato il Consiglio.

Insomma, salvo sorprese, si profila un vertice con temi di ampia portata che non dovrebbero suscitare grandi scontri tra i Ventisette.

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