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"Così rifaccio la Democrazia Cristiana". Il piano di Rotondi: nome, simbolo e blindatura legale

Dario Martini
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"Dopo 29 anni la Democrazia Cristiana potrebbe risorgere dalle ceneri come l’araba fenice. Di tentativi ne sono stati fatti tanti, forse fin troppi. Ma questa potrebbe essere la volta buona. Almeno sentendo Gianfranco Rotondi, che non si è mai dato per vinto. Leader di Verde è Popolare, eletto alle ultime politiche nelle liste di Fratelli d’Italia, sogna di rimettere in piedi, una volta per tutte, la Balena bianca. Interpellato da "Il Tempo", esordisce con queste parole: "C’è molta confusione sotto il cielo democristiano, la nostra missione è riportare il sereno".

Come fare? Primo passo: blindarsi giuridicamente. "Abbiamo chiesto una consulenza legale, in modo che sarà impossibile per chiunque avanzare qualsiasi eccezione". Rotondi non ha mai scordato "l’accanimento giudiziario di presunti animatori della Dc" con cui ha dovuto fare i conti in tutti questi anni. Il pensiero corre veloce a Flaminio Piccoli, ex presidente della Dc dopo Aldo Moro ed esponente di spicco della corrente dei dorotei scomparso nel 2000. "Mi viene in mente quando più di vent’anni fa osservavamo insieme come questi presunti democristiani spuntassero come funghi - racconta il deputato - Piccoli mi diceva: 'È la maledizione di Moro'. Mi piace ricordare proprio oggi quelle parole (ieri era il quarantacinquesimo anniversario della strage di via Fani, ndr)".

Rotondi, che a metà degli anni Duemila fondò la Democrazia Cristiana per le Autonomie, la vede come una missione storica a cui non può sottrarsi. "Non sono stato contagiato dal complottismo, ma non possono non riconoscere che in tutti questi anni c’è stata una manina d’acciaio fortissima che ha impedito il ritorno della Dc. Noi oggi la vogliamo rifare, io in particolare essendo stato uno degli suoi ultimi legali rappresentanti".

"Io ci metterò il nome", aggiunge, "dal momento che è in uso a me quale fondatore della Dc nel 2004". Il simbolo con lo scudocrociato, invece, sarà portato in dote "dall’Udc di Lorenzo Cesa", che "ha mostrato disponibilità". I partiti promotori, in realtà, sono tre. "C’è anche la Dc storica di Renato Grassi", rivela Rotondi. Non sarà una sfida facile da portare a casa. Come ricorda il leader di Verde è Popolare, "ben dodici formazioni hanno rivendicato il nome" della Democrazia Cristiana. La blindatura legale che Rotondi sta preparando servirà a scoraggiare eventuali pretendenti: "Giuridicamente parlando avremo a disposizione munizioni in grado di fermare tutti i millantatori".

L’elettorato di riferimento, ovviamente, sarà quello moderato, con uno sguardo rivolto anche ai popolari del Pd insoddisfatti dal nuovo corso incarnato da Elly Schlein. Ma la rediviva Dc sarà saldamente ancorata al centrodestra. A questo centrodestra in particolare guidato dal primo presidente del Consiglio donna della storia. "Noi non vogliamo intercettare solo l’onda nostalgica - spiega Rotondi - Quando Meloni disegna un dialogo tra conservatori e popolari sta lanciando un messaggio chiaramente democristiano".

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