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Il ministro Guido Crosetto smentisce la taglia della Brigata Wagner

Luca De Lellis
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Entra in scena il protagonista della storia emersa sulle pagine de Il Foglio. Mercoledì 15 marzo il sito del quotidiano aveva riportato una notizia choc, e cioè la convinzione dell’Intelligence italiana dell'esistenza di una taglia da 15 milioni di dollari imposta dalla Russia sulla testa del nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto. Poi è intervenuto il diretto interessato a smentire le voci, dichiarandosi non preoccupato per la sua incolumità. “Lo voglio ribadire per non alimentare un ulteriore, inutile, motivo di scontro: – apre il fedelissimo di Giorgia Meloni sul suo profilo Twitter – non mi sento minacciato e sono certo che non ci siano taglie o altro su di me”. 

 

 

 

 

Difficile da confutare, però, che Crosetto non sia esattamente ben voluto dalle parti del Cremlino. A dimostrarlo c’è quel “mudak”, pensiero tutt’altro che amorevole che equivarrebbe più o meno al nostro “str****”, rivolto nei suoi confronti dal generale della feroce brigata Wagner, Evgeni Prigozhin. Ma non solo. Anche l’ambasciatore russo a Roma, Sergej Razov, ha avuto di recente dei disguidi con Crosetto, criticando il suo “demonizzare” il Paese di Putin. Insomma, in Russia il ministro della Difesa italiano non riceve propriamente occhi dolci. Ma lui ne è sicuro, “Se ci fossero stati rischi o minacce reali di tale gravità, ne sarei certamente stato informato e non è mai accaduto”. Staremo a vedere nei prossimi giorni quanto la notizia della taglia pubblicata da Il Foglio avrà riscontro o meno. Ma la sensazione è che, più andrà avanti il conflitto, e più si inasprirà il rapporto tra le forze europee affiliate alla Nato e i vertici del Cremlino, con la conseguenza che le già deboli relazioni diplomatiche tra i rispettivi esponenti provochino presunte minacce di questo tipo.

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