Giorgia Meloni difende l'interesse dell'Italia: andiamo avanti a testa alta
Un’ora e mezza di question time, otto interrogazioni parlamentari che spaziavano dai migranti al fisco passando per il Mes, Meccanismo europeo di stabilità e l’energia. È stato un pomeriggio intenso quello di Giorgia Meloni ieri alla Camera.
Migranti
Inizio in orario alle 15, la prima interrogazione è presentata da Riccardo Magi, segretario di +Europa, il tema è il solito che ha occupato le pagine di tutti i giornali in queste ultime settimane: migranti. Nello specifico «chiarimenti in merito alla vicenda della segnalazione alle autorità italiane di un’imbarcazione carica di migranti al largo delle coste libiche nella notte tra il 10 e l'11 marzo 2023» dove sono morte 30 persone. Le opposizioni, dopo un primo momento in cui hanno attaccato alla cieca imputando al governo la tragedia, hanno dovuto aggiustare il tiro. La ricostruzione della vicenda ha sancito che l’area in cui è avvenuto l'incidente non era un’area Sar, Search and rescue, di competenza italiana, ma libica; non solo è emerso come, nonostante la competenza non fosse dell'Italia, il nostro Paese abbia comunque coordinato i soccorsi . Così le opposizioni passano dall'accusa alla domanda: «avete fatto abbastanza?». La premier risponde utilizzando le parole di Gianluca D’Agostino, capo della centrale operativa della Guardia costiera che ha ricordato come: « Quando abbiamo capito che la guardia costiera libica non sarebbe intervenuta, abbiamo assunto il coordinamento, anche se sarebbe toccato a Malta». Aggiungendo come: «nessuno mi può costringere a non salvare vite in mare, neppure un Ministro, perchè la responsabilità giuridica sarebbe mia».
Energia
Finito Magi, inizia Angelo Bonelli dell'Alleanza Verdi-Sinistra italiana con una interrogazione che ha chiesto lumi sulla «strategia del Governo in campo energetico per il raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dall’Unione europea e intendimenti sull’utilizzo delle centrali nucleari da fissione». In parole povere: perchè il Governo non accoglie le ultime normative europee in materia ambientale? Meloni risponde: «Sono due, fondamentalmente, i principi che ci muovono: la sostenibilità ambientale non deve mai essere disgiunta dalla sostenibilità economica e sociale e, una volta definiti i target di riduzione delle emissioni, deve essere assicurata neutralità tecnologica», ricordando poi le azioni messe in campo dal governo dalle «comunità energetiche rinnovabili alla semplificazione per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili» passando per «la cabina di regia sulla crisi idrica».
Meloni dà la prima batosta a Schlein: sul salario minimo disastro Pd
Mes
Poi è la volta di Luigi Marattin di Azione-Italia Viva che chiede quando l’Italia ratificherà la riforma del Trattato istitutivo del Mes, Meccanismo europeo di stabilità. Il presidente del Consiglio risponde usando le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, storicamente grande sostenitore dello strumento del MES, che dice testualmente: «se noi riteniamo che il nuovo regolamento sul MES non sia nell'interesse nazionale del Paese, che non sia un fondo adeguato per affrontare le sfide, allora dovrebbe essere il momento per discutere di usarlo come uno strumento di politica industriale europea». Per questo Meloni sottolinea come l’esecutivo voglia «discutere del quadro generale della governance europea e della possibilità che le risorse, che oggi sono destinate al “salva Stati”, possano essere davvero utili agli Stati che aderiscono».
Aumento tassi d’interesse
Arriva il momento dei 5 stelle, Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera, chiede di tassare gli extraprofitti bancari per mitigare l’«aumento dei tassi di interesse e ai relativi effetti su famiglie e imprese». Meloni risponde ricordando il Superbonus che «ha anche consentito la proliferazione di un mercato opaco e non governato di circolazione dei crediti fiscali, a tutto vantaggio dei vari intermediari, anche finanziari».
Salario minimo
Le interrogazioni parlamentari delle opposizioni si concludono con Elly Schlein, la segretaria del Pd, che tenta lo «scippo» al Movimento 5 Stelle del salario minimo legale, ma anche del «congedo paritario». Un assist involontario che Meloni non tarda a cogliere. «È vero- dice la premier- c’è un problema, chi ha governato fino a ora ha reso purtroppo più poveri i lavoratori italiani e questo Governo deve fare quello che può per invertire la rotta». Per poi spiegare come il salario minimo non solo non sia la soluzione, ma come possa diventare un'arma a doppio taglio per i lavoratori. Se «diventa un parametro unico rischia di far peggiorare le condizioni di molti lavoratori» diventando un «un favore alle grandi concentrazioni economiche, alle quali conviene rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori». La soluzione è «tagliare le tasse sul lavoro, perchè la ragione per la quale i salari sono inadeguati è che la tassazione è troppo alta per le imprese che li devono assumere e lavorare per combattere le discriminazioni e le irregolarità».