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Via al cantiere della riforma del fisco: Iva zero, aliquote più basse e flat tax per i dipendenti

Armando Di Mauro
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La riforma del fisco entra nel vivo. Il testo della legge delega dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri questo venerdì, ma intanto parte il confronto con le parti sociali. Ieri è toccato alle sigle sindacali: alle 14.00 è iniziato il confronto a Palazzo Chigi di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, mentre a seguire, alle ore 15.00, sono state sentite anche Confsal Unsa, Confintesa, Usb e Cisal. Mercoledì mattina, invece, sarà la volta dei rappresentanti delle Associazioni di categoria e degli ordini professionali. Si inizia alle 9.30 con Confindustria, Abi, Confapi, Confimi, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cia, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Federterziario, Confeservizi, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri. Alle 11.00 dello stesso giorno sono attesi Ania, Ance, Confedilizia, Alleanza Cooperative, Confcooperative, Unicoop, Cndcec, Consulenti del Lavoro, Confprofessioni, Assoprofessioni e Associazione nazionale tributaristi. Il Governo sarà rappresentato dal Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, dal Viceministro Maurizio Leo e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Un confronto a ritmi serrati – 35 organizzazioni in due giorni – per sondare i desiderata delle parti sociali e saggiare la ricezione del progetto di riforma, uno degli obiettivi principali del Governo per la legislatura.

 

 

E anche uno dei più ambiziosi: le bozze del testo della legge delega, in circolazione da giorni, delineano una vera rivoluzione del sistema fiscale italiano. A partire dal graduale superamento dell’Irap e da una revisione del prelievo sui redditi, con il riordino e la riduzione del numero di aliquote Irpef: obiettivo nel breve periodo è la riduzione della pressione fiscale con la transizione a tre scaglioni e aliquote più basse, e la flat tax per tutti – anche ai lavoratori dipendenti – come obiettivo di Legislatura. Ma tra le ipotesi al vaglio, c’è anche quella di un’aliquota IVA «zero» o ridotta su alcuni prodotti di prima necessità, a cominciare da pane, pasta, latte, carne, pesce, così da provare a «contenere anche l’inflazione». Si punterà quindi al riordino delle quattro aliquote esistenti, del 4, 5, 10, e 22% e alla semplificazione delle procedure di rimborso. Per quanto riguarda le imprese, verrà riscritto il meccanismo di funzionamento dell’Ires, secondo un meccanismo di «aliquota mobile». Il prelievo, oggi al 24%, scenderà al 15% per quelle imprese che faranno investimenti in beni strumentali, assumeranno over 50 o percettori di Reddito di cittadinanza.

 

 

Grandi novità anche sul piano dell’accertamento. L’Agenzia delle Entrate, grazie alle banche dati, stilerà una sorta di dichiarazione precompilata biennale per le piccole imprese. Se gli imprenditori aderiranno alla proposta del fisco, per due anni non risponderanno ad alcun accertamento fiscale. Diversamente, scatteranno i controlli. Per le imprese di maggiori dimensioni, invece, la riforma prevede il rafforzamento del meccanismo di «cooperative compliance». Un piano che, per ora, raccoglie il plauso delle parti sociali. Quasi tutte, infatti, hanno dato un giudizio positivo sullo schema della riforma, anche se l’introduzione di un contributo per l’interpello dell’Agenzia delle Entrate – un po’ per frenarne l’abuso, un po’ per fare cassa – ha suscitato le proteste di commercialisti e consulenti. Resta però il tema delle coperture. Le bozze le individuano in parte nel recupero dell’evasione fiscale – grazie alla nuova enfasi sulla compliance – e nei tagli alle tax expenditures, ovvero le agevolazioni fiscali, che valgono oltre 50 miliardi di euro l’anno. Uno schema, quest’ultimo, proposto da decenni da tutte le parti politiche ma che, al dunque, si è sistematicamente inceppato di fronte all’opposizione delle categorie, produttive e non solo, che vedevano intaccate le agevolazioni concesse da governi amici o da parlamentari portatori di istanze di interesse settoriali. Uno scoglio che ha fatto affondare quasi tutti i tentativi di riforma fiscale fino ad ora.

 

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