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Pd, Prodi detta la linea a Schlein: "Deve aggregare, non dividere"

L'ex presidente: «Se parte dalle alleanze senza un programma diventa debole»

Pietro De Leo
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L’esordio Schlein è andato malino. Anzi, è stato catastrofico. La manifestazione di Firenze, infatti, ha segnato da un lato l’accelerata verso un aggancio del nuovo Pd a sinistra, con il Movimento 5 Stelle, Verdi-Sinistra e la Cgil, fondata sull’urgenza virtuale di lottare contro il fascismo. Dall’altro, invece, l’emergere nel contesto di piazza di slogan violenti, i cori «uccidere un fascista non è reato» e di uno striscione pro-Cospito. Brutta scena, indubbiamente. E chissà se anche in riferimento a questo ieri, Romano Prodi, intervenendo a Mezz’Ora in Più su Rai3 ha inviato una sorta di «alert» alla neosegretaria nel percorso di ricostruzione del malandato Pd.

 

«Sono convinto - ha detto l’ex Presidente del Consiglio- che Schlein ora deve definire il programma del Pd: solo quando c'è un programma ben preciso allora una forza politica è traente dell'alleanza, ma se parte dalle alleanze quando ancora non ha un programma, allora diventa debole». Un tema non proprio secondario, questo. Schlein, infatti, ha vinto il congresso grazie al voto nei gazebo, dove hanno potuto partecipare anche elettori di altri partiti, che non è detto, anzi, è più probabile sia escluso, possano abbandonare alle urne i movimenti che prediligevano fino a domenica scorsa per abbracciare la causa della nuova leader dem.

 

Al contrario, ha perso nella prima fase, quella in cui votavano gli iscritti del Pd, che costituiscono l’ossatura del partito, fatta ovviamente anche di eletti sul territorio. A molti dei quali la corsa forsennata verso la sinistra-sinistra potrebbe risultare indigesta. Tuttavia, Prodi non disdegna l’agenda identitaria, di cui la neo-segretaria è interprete: «La accusano di radicalità, ma ci sono alcuni temi in cui bisogna essere radicali, il salario minimo ce l'hanno tutti, la difesa del posto di lavoro ce l'hanno tutti. Su questi temi il partito deve essere preciso e chiaro, ci vuole un po' di radicalismo nei principi».

 

E poi, Prodi spiega che Schlein «deve aggregare la società questo è un compito importantissimo se vuole che un giorno il centrosinistra prenda la maggioranza del Paese». Aggregare, quindi. Parola chiave di ogni leadership che voglia essere competitiva. L’esatto contrario della sortita di sabato, in quella piazza brutta e demagogica. Da cui non può nascere che polarizzazione, anche interna.

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