Auto, salta lo stop nel 2035: il ministro Salvini in prima pagina sul Financial Times
Tutto rinviato. Il voto sul regolamento che vieta l'immatricolazione di veicoli a motore termico, benzina e diesel, dal 2035, è stato rimandato a data da destinarsi. Ieri mattina doveva essere messo ai voti nella riunione dei rappresentanti permanenti degli Stati membri per poi approdare per il via libera definitivo al Consiglio di martedì.
"Un successo italiano". Stop auto, Meloni esulta sul voto Ue rinviato
La presidenza svedese di turno Ue ha deciso di fermare tutto, dopo il "no" dell'Italia che, sommato a quello della Polonia e all'astensione di Germania e Bulgaria, avrebbe impedito di raggiungere la maggioranza qualifica (55% dei paesi con il 65% della popolazione rappresentata) per far passare il provvedimento. L'Italia esulta e la premier Giorgia Meloni parla di "successo italiano", con la posizione di Roma per una "transizione sostenibile ed equa, che deve essere pianificata e condotta con attenzione", lasciando la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Senza "chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall'elettrico".
Una linea, quella italiana, che secondo la presidente "ha trovato largo consenso in Europa". Per il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, si tratta di "un grande segnale arrivato anche grazie alla Lega".
E questa mattina il vicepremier e ministro è sulla prima pagina del Financial Times Weekend Europa, nell’articolo che dà ampio spazio alla decisione europea di temporeggiare rispetto allo stop per motori diesel e benzina dal 2035.
Telefonata Salvini-Wissing per salvare I motori a combustione
È bene ricordare che è stato fondamentale il feeling politico costruito dal leader della Lega con alcuni colleghi del Vecchio Continente a partire dal tedesco Volker Wissing, che non a caso era venuto personalmente al Mit il 31 gennaio 2023 per un bilaterale. Secondo il dicastero di Porta Pia, l’Italia si sta riaffermando con un ruolo centrale in Europa a tutela del lavoro e delle imprese minacciate dall’egemonia cinese.