Migranti, Meloni respinge le accuse e difende Piantedosi: “Frontex non ci ha avvertiti”
Emirates Palace di Abu Dhabi, vista mare mozzafiato sul Golfo Persico. In questa cornice, nel caldo pomeriggio emiratino, Giorgia Meloni si presenta davanti ai cronisti per tirare le somme della doppia trasferta in India e negli Emirati arabi e non nasconde la sua irritazione per le ricostruzioni della stampa (da lei definite «surreali») sull’operato del governo in merito al naufragio di Cutro, dove hanno perso la vita oltre 60 migranti tra cui anche bambini. «Il vostro ‘premier muto’ è venuto per rispondere alle vostre domande...», esordisce la presidente del Consiglio, che con piglio polemico replica a chi in questi giorni l’ha accusata di non aver messo la faccia sulla tragedia in Calabria. «Mi chiedo - rimarca la premier - se in questa nazione ci sia davvero qualcuno che in coscienza ritiene che il governo volutamente abbia fatto morire oltre 60 persone tra cui dei bambini. Vi chiedo, guardandovi negli occhi, se qualcuno di voi pensa che il governo italiano potesse salvare 60 persone tra cui un bambino di circa 3 anni e non lo ha fatto. Cerchiamo di essere seri».
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Meloni difende il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi («le richieste di dimissioni dell’opposizione non fanno più notizia») e nega che il suo esecutivo abbia avuto delle responsabilità nei mancati soccorsi: «Non è arrivata alle nostre autorità nessuna comunicazione di emergenza da Frontex. Noi non siamo stati avvertiti del fatto che questa imbarcazione rischiava il naufragio. La rotta non è coperta dalle organizzazioni non governative e quindi con questa vicenda nulla hanno a che fare i provvedimenti del governo sulle Ong», insiste l’inquilina di Palazzo Chigi, che annuncia la sua intenzione di celebrare il prossimo Consiglio dei ministri proprio a Cutro per dare un segnale concreto sul tema migranti.
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Del resto, la regolamentazione dei flussi e lo stop alla tratta di esseri umani è stato uno degli argomenti trattati nel corso del bilaterale con il presidente degli Emirati, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Incontro del quale Meloni si ritiene soddisfatta «oltre le aspettative». Due, riferisce l’Adnkronos, le intese siglate: una dichiarazione di intenti che eleva al rango di ‘partenariato strategico’ le relazioni tra i due paesi, e un’altra sulla cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28. L’Italia porta a casa anche un accordo di cooperazione fra Eni e Adnoc, il colosso petrolifero di Abu Dhabi, che coprirà diversi ambiti della transizione energetica: a firmare l’accordo l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria e delle Tecnologie Avanzate degli Emirati.
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