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Il Pd “Indietro tutta” di Schlein: si torna a canne libere e lotta di classe

Christian Campigli
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Un passato da studiare, da prendere ad esempio e da reinventare in un presente difficile. Per sognare un futuro di trionfi. Elly Schlein, il neo segretario del Partito Democratico, sembra avere le idee chiare su quali siano le ricette giuste per riportare i dem oltre il venticinque per cento. Alla base del programma della trentasettenne c'è un evidente spostamento dell'asse politico verso sinistra. Basta col partito salottiero, radical chic, votato dai professori universitari con la giacca di velluto a costine e dai ricchi residenti della Ztl. Il nuovo Pd vuol tornare alle origini, vuol parlare nuovamente agli operai, a chi risiede (e da molti anni vota Lega e Fratelli d'Italia) nelle case popolari poste in modesti rioni periferici, a chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Per assolvere a questo ambizioso progetto, Elly Shlein ha chiarito sin da subito che servono alleanze strutturali. Che però mantengano la barra nella rive gauche. Tradotto: chiusura totale al Terzo Polo di Renzi e Calenda, ricerca di un dialogo costruttivo con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, ma, soprattutto, con Giuseppe Conte.

 

 

La nativa di Lugano ha in mente uno schema bipolare secco: centrodestra da un lato, sinistra dall'altro, nel mezzo un centro isolato (almeno secondo la valutazione del neo segretario dem). «Senza la base, scordatevi le altezze». Una massima che sottintende la necessità immediata di tornare tra la propria gente, nei territori. E di farlo destinando ai circoli almeno il trenta per cento del due per mille del partito. Per quanto riguarda le «regole del gioco», Elly Shlein vuole tornare ad una legge elettorale che preveda le preferenze. Basta a candidati decisi nelle segrete stanze dei partiti. Grande spazio al tema ambientale: no assoluto e deciso al nucleare (bollato come costoso e pericoloso), risorse pubbliche da aumentare sensibilmente sulle energie rinnovabili. Grande attenzione anche all'aspetto più strettamente culturale: deve passare il messaggio che il risparmio energetico non è un vezzo, ma un'assoluta necessità. Il nuovo Pd presenterà una legge nazionale sul consumo zero di suolo; non va poi dimenticato l’impegno sulla decarbonizzazione. Ma che Partito Democratico sarebbe senza una nuova gabella da imporre agli Italiani? L'idea è quella di varare una sorta di piano fiscale eco-friendly, per azzerare i sussidi ambientalmente dannosi e legare le imposte indirette alle emissioni di Co2. In poche parole, pagherebbe meno chi inquina meno. E, al contrario, vi sarebbero maggiori oneri contributivi per chi sporca maggiormente aria e terra.

 

 

Il lavoro torna al centro della politica di sinistra. Superamento del Jobs Act renziano, considerato «una frattura con il mondo del lavoro e con i lavoratori», sarà necessario limitare al massimo i contratti a termine, rendendo più conveniente il lavoro stabile, abolendo le forme più precarie come gli stage gratuiti. Verrà presentata anche una legge sul salario minimo e non verrà toccato il reddito di cittadinanza. Sul tema immigrazione, Elly Schlein vorrebbe una riforma del trattato di Dublino, che imponga il principio di solidarietà. «Non si fa politica sulla pelle dei migranti tenendoli bloccati in mare o nei porti. Servono meccanismi di redistribuzione». Infine l'ampio tema dei diritti civili. «Dobbiamo batterci per una legge contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessismo. Vogliamo che il matrimonio sia un istituto aperto a tutte e tutti, con il pieno riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali e la fine della discriminazione subita dalle loro figlie e figli». Di fondamentale importanza, almeno per il nuovo Pd, lo Ius soli, «perché la cittadinanza non sia riconosciuta per sangue». Infine, la cannabis che, nelle intenzioni del neo segretario, andrà legalizzata.

 

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