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Tajani vede Blinken, poi l'annuncio: “Meloni negli Usa prima dell'estate”

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Una prima concreta indicazione della visita di Giorgia Meloni a Washington e, dall’Italia, l’impegno a non cedere di un metro sulla strada del sostegno all’Ucraina, nonostante le parole pro-Putin di Silvio Berlusconi. Sono i due punti più importanti del bilaterale che si è svolto nella sede dell’Onu, a margine dei lavori del Consiglio di sicurezza, tra il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani e il segretario di Stato americano Antony Blinken. Della delegazione italiana facevano parte anche l’ambasciatore italiano all’Onu Maurizio Massari e il direttore Affari politici della Farnesina Pasquale Ferrara. «È stato un incontro molto positivo - ha commentato Tajani, parlando con i giornalisti italiani - è servito a rinforzare ancora di più le relazioni tra Italia e Stati Uniti, abbiamo ribadito l’impegno per la libertà dell’Ucraina, Blinken ha riconosciuto il forte impegno dell’Italia, abbiamo affrontato tutte le questioni più delicate, c’è una perfetta sintonia, a dimostrazione che Europa e Stati Uniti sono le nostre stelle polari della politica estera». «Con gli Stati Uniti - ha aggiunto - possiamo e vogliamo lavorare sempre di più. Prima dell’estate ci sarà un viaggio del presidente del Consiglio in Usa». 

 

 

Blinken è stato invitato a parlare alla conferenza degli ambasciatori italiani, che si svolge ogni anno alla Farnesina, ma non è stato affrontato nel bilaterale il caso spinoso del posto vacante da ambasciatore Usa in Italia, sostituito da due anni dall’incaricato d’affari ad interim. Il ministro italiano ha rimandato la questione al viaggio di Meloni negli Stati Uniti. Riguardo le parole di Berlusconi, Tajani ha garantito che per gli americani non è un caso. «Gli Usa - ha spiegato - riconoscono l’impegno forte dell’Italia per la difesa del diritto internazionale. Questo è emerso chiaramente, mi pare non ci sia nessun problema, contano i fatti, anche per quanto riguarda il mio partito, che ha sempre votato, senza mai tentennare, a favore dell’Ucraina e contro l’invasione russa». Gli americani, ha aggiunto, «sanno leggere le situazioni politiche». 

 

 

A proposito del piano di pace presentato dalla Cina, Tajani ha parlato di «luci e ombre». «È positivo - ha spiegato - che la Cina si schieri a favore della pace, e che chieda di rispettare il diritto internazionale, ma ci sono alcuni punti che sono in contraddizione, perchè quando la Cina dice che i due contendenti sono sullo stesso piano, sceglie una posizione alternativa votata dalla grande maggioranza dei Paesi del mondo. C’è un aggressore e un aggredito, non si possono mettere sullo stesso piano». Altro punto che non ha convinto Tajani è la «mancata menzione del ritiro delle truppe russe dai territori occupati con violenza». «Noi - ha sottolineato - crediamo che la Russia possa fare delle scelte, condizionata dalle pressioni cinesi, la Russia non sta facendo neanche i propri interessi, ci sono migliaia di morti, la Cina può svolgere una moral suasion». Nel suo intervento all’Assemblea generale, mercoledì, Tajani aveva parlato di «raddoppiare gli sforzi». E adesso? «L’obiettivo - ha ribadito - è per tutti la pace, ma bisogna farla in due, il delegato russo al Consiglio di sicurezza ha detto che non vogliono distruggere l’Ucraina, ma lo stanno facendo, non contano le chiacchiere. L’Occidente non è in guerra contro la Russia ma è impegnata a difendere l’Ucraina, se i russi non vogliono sedersi al tavolo della pace perché pensano che la pace sia la resa dell’Ucraina, non andiamo nella giusta direzione».

 

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