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Sulla rissa di Firenze doppia morale della sinistra, nessuna denuncia per le minacce a Meloni

Christian Campigli
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Democratici solo a parole. Perché ciò che vale per loro, raramente viene considerato accettabile per gli altri. Mai per chi ha il cuore che batte a destra. La doppia morale della sinistra italiana, quella che dista i duecento chilometri che uniscono Firenze con Parma, si è nuovamente palesata come la forma mentis dominante tra i nipotini di Carlo Marx. In queste due belle città del centro Italia vi sono stati, in questo fine settimana, due episodi che hanno generato polemiche di ogni tipo. E sui quali l'universo progressista ha dimostrato, ancora una volta, la propria genetica ipocrisia. Nel capoluogo toscano, sabato mattina, il tempo si è fermato. Non fosse stato per i cellulari che hanno ripreso con dovizia di particolari il casus belli, le dinamiche alle quali ha assistito la patria di Dante e Machiavelli sarebbero potute sembrare quelle di un giorno come un altro da datare negli anni Settanta. Quell'oscuro periodo nel quale ci si picchiava e, talvolta, si moriva in nome della politica. Erano da poco trascorse le otto del mattino quando due gruppi di ragazzini, per lo più minorenni, si sono picchiati selvaggiamente in mezzo a via Della Colonna. Da un lato Collettivi di sinistra, dall'altro attivisti di destra. Più passano le ore, più quella che la sinistra da salotto, che abita nelle ville in collina e d'estate si ritrova a Capalbio, aveva bollato come «l'ennesimo episodio di squadrismo fascista» si sta, piano piano, trasformando in una cruenta (e stupida) cavalleria rusticana tra adolescenti. I militanti di Azione Giovani, che avevano la «colpa» di distribuire volantini, sono stati prima presi a male parole, poi spintonati da membri dei Collettivi. A quel punto è scattata una reazione che, probabilmente, è andata oltre il lecito. Ma, lo capisce anche un bambino, un conto è un eventuale eccesso di legittima difesa, un conto un'aggressione bella e buona perpetrata contro indifesi liceali. Durante il consiglio comunale tenutosi ieri pomeriggio a Palazzo Vecchio, i gruppi politici di Sinistra Progetto Comune e Movimento Cinque Stelle hanno presentato un ordine del giorno per «predisporre un tavolo con Anpi Firenze, per valutare la pubblicazione in Rete Civica dei legami tra l’estrema destra e le forze politiche presenti in Comune e nei Quartieri, basandosi su fonti pubbliche e sulle rivendicazioni delle stesse realtà appartenenti alla galassia nostalgica nei confronti del fascismo, oltre che sulle pubblicazioni di Patria Indipendente, rispettando il quadro normativo a tutela della privacy». Detto in parole povere, una sorta di lista di prescrizione degli eletti vicini ad Azione Giovani. Un gesto discutibile non fosse altro da un punto di vista meramente giuridico.

 

 

 

 

La stessa sinistra che punta il dito contro il pericolo fascista, si lamenta perché Giorgia Meloni non è ancora intervenuta per condannare l'episodio, ma che poi non ha il coraggio di pronunciare una sola sillaba di sdegno per il vergognoso episodio di Parma. Domenica il deputato di Fdi Gaetana Russo ha scoperto che, nella città ducale, l’associazione Art Lab Occupato ha diffuso una locandina che annunciava una festa di carnevale. Durante la quale sarebbe stata messo in scena l’omicidio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Nella locandina si invita la celebre Signora in giallo, Angela Lansbury, ritratta anch’ella in locandina, a indagare sul delitto Meloni – ha sottolineato Russo - Qualcuno ha ucciso il presidente del consiglio, si legge con un pupazzo dei Muppet’s che però precisa: Ma non c’è stato nessun delitto Meloni. E a quel punto Ah peccato, replica la Lansbury sulla locandina». Un clima infame, che va subito stemperato. Tanti, troppi i giovani morti o incarcerati per aver creduto che violenza e politica fossero sinonimi. Quando, al contrario, sono una l'antitesi dell'altra.
 

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