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Guerra in Ucraina, il ministro Antonio Tajani: impossibile inviare caccia italiani

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Il futuro dell'Ucraina è al centro degli interessi della diplomazia internazionale. Ne parla in un'intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani che affronta anche il tema dei rifornimenti militari al Paese aggredito da Putin. Secondo Tajani l'Italia non invierà caccia militari in Ucraina perché sarà necessario coordinarsi con gli altri Paesi Nato e non ha senso inviare modelli diversi di jet. «Abbiamo già approvato il sesto pacchetto e l’invio del materiale è in via di perfezionamento. Tra qualche settimana, in collaborazione con i francesi, manderemo in Ucraina anche il sistema missilistico Samp-T per la difesa aerea». Lo dice in una intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani. In merito all’invio dei caccia, Tajani spiega che «non ne abbiamo ancora parlato ma nel caso dovremo coordinarci con gli alleati, capire che tipo di aerei manderanno loro perché non ha senso consegnare agli ucraini modelli diversi, poi c’è il problema di addestrare i piloti. Insomma mi pare praticamente impossibile che vengano inviati caccia italiani».

 

 

 

«All’Assemblea delle Nazioni Unite a New York presenteremo e approveremo un documento, che speriamo possa essere una spinta verso la pace», afferma. In merito alla Cina evidenzia: «Aspettiamo di vedere la loro proposta in 12 punti che hanno annunciato. Spero che la missione a Mosca di Wang Yi (capo della diplomazia di Pechino, ndr) sia il segnale che i cinesi vogliano davvero fare pressione sui russi per un percorso di pace. Se l’impegno è concreto, il ruolo della Cina può essere importante». «Vogliamo essere protagonisti della ricostruzione dell’Ucraina - aggiunge - Del resto siamo tra i primi Paesi che hanno sequestrato più fondi agli oligarchi russi. Stiamo anche organizzando un evento, da svolgere nelle prossime settimane a Roma, per presentare un piano e coinvolgere il maggior numero possibile di imprese».

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