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Nuova Regione Lazio, quote rosa e province sono i nodi da sciogliere

Martina Zanchi
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Francesco Rocca lo ha promesso ai cittadini in campagna elettorale ma l’ha anche ribadito, privatamente, ai partiti della coalizione che lo ha sostenuto fino alla vittoria. La nuova giunta regionale del Lazio dovrà essere composta da assessori competenti nel settore di cui si occuperanno, o comunque di esperienza tale da poter garantire il funzionamento della macchina fin dal primo giorno di insediamento. Non saranno graditi nominativi indicati nella logica esclusiva del mantenimento degli equilibri.

E in quest’ottica col passare delle ore, pur se in un quadro ancora in corso di definizione si rafforza ulteriormente la possibilità che Roberta Angelilli possa ricoprire un ruolo di primo piano nella futura giunta Rocca. L’esponente di Fratelli d’Italia, già vicepresidente del Parlamento europeo e consigliere regionale, avrebbe le giuste esperienze per ricoprire ruoli istituzionali di prestigio, come la vicepresidenza della Regione o un assessorato di peso come il Bilancio. O magari entrambi, come è stato nella scorsa amministrazione Zingaretti per il dem Daniele Leodori. Non solo, Angelilli è anche la più votata a Roma tra le candidate donne. Elemento che consentirebbe al centrodestra di iniziare a sciogliere l’intricato nodo delle «quote rosa». Con dieci o forse dodici posti a disposizione, si tratta di «pescare» almeno quattro o cinque assessori di sesso femminile che siano anche sufficientemente rappresentativi per il partito di riferimento. È per questo che in Fratelli d’Italia potrebbero aspirare alla nomina non solo Micol Grasselli, seconda per preferenze dopo Angelilli, ma anche Laura Corrotti, eletta in tandem con Antonio Aurigemma. Più difficile, ma comunque non escluso, che tocchi a Marika Rotondi (correva in ticket con Fabrizio Ghera, rampelliano già papabile in giunta) e per lo stesso motivo Edy Palazzi, candidata insieme a Massimiliano Maselli. Proprio quest’ultimo, eletto quattro volte alla Pisana e tra i più ferrati in materia di edilizia pubblica residenziale, in base ai criteri di competenza ed esperienza richiesti dal presidente Rocca potrebbe aspirare al ruolo di assessore a Casa e Patrimonio. Secondo gli ultimi rumor la Lega punterebbe alla presidenza del Consiglio regionale con Pino Cangemi, una poltrona che però sarebbe già ipotecata dal meloniano «mister preferenze» Giancarlo Righini, candidato da oltre 37mila preferenze.

Al Carroccio, così come a Forza Italia, spetta comunque almeno un assessorato. Il nome giusto potrebbe tuttavia non arrivare dal Consiglio, visto che in Regione le cariche di assessori e consiglieri sono compatibili e la nomina di un eletto in giunta non porterebbe al subentro del primo degli esclusi. Una logica che fa scendere le quotazioni di Laura Cartaginese e in particolare di Angelo Tripodi, che avrebbe potuto provare a giocarsi la carta di rappresentante della provincia di Latina. Questo, però, è un ruolo che Forza Italia rivendica per sé, visto che nel pontino il candidato più votato (dopo Enrico Tiero di FdI) è l’ex sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, creatura politica del senatore Claudio Fazzone. Bisogna considerare, poi, che in quei territori le croci sul simbolo azzurro hanno quasi doppiato quelle raccolte dal Carroccio. E se è vero che il presidente Rocca ha intenzione di affidare a tecnici esterni gli assessorati a Sanità e Bilancio, per sottrarli alle logiche di spartizione, i posti iniziano a scarseggiare per tutti. Ecco perché l’ipotesi di estendere da dieci a dodici membri la squadra di governo, come si inizia a vociferare da qualche ora, non sembra poi così peregrina. 
 

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