Tagadà, il brodino caldo di Bonaccini: Pd decisivo centrosinistra
L'analisi del voto delle elezioni regionali che hanno con segnato al centrodestra Lazio e Lombardia per Stafano Bonaccini ha una duplica valenza, essendo il favorito alle primarie del Pd che decreteranno tra qualche giorno il nuovo segretario. Da una parte la batosta è l'ultima prova degli errori dell'attuale dirigenza dem, dall'altra c'è il problema di rimettere insieme i cocci del partito. "Il centrosinistra non è mai entrato in partita in queste regionali", ha detto Bonaccini a Tagadà, su La 7. "Nel Lazio e in Lombardia penso che fosse impossibile ribaltare il risultato. Io credo che sia meglio guardare avanti. Sono due sconfitte che arrivano dopo la pesante sconfitta delle politiche. Il Pd, con tutti i problemi che ha, risulta essere la forza nettamente più rilevante del centrosinistra e di questo devono prendere atto le altre forze di centrosinistra: senza il Pd è impossibile qualunque alternativa alla destra fondamentale per qualsiasi ipotesi di alternativa alla destra", aggiunge il governatore dell'Emilia-Romagna.
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Al Pd "serve un cambio di fase, un nuovo gruppo dirigente, veniamo da troppi anni di sconfitte e abbiamo adesso di una nuova classe dirigente. Va ricostruito un campo di forze nel centrosinistra perché ciascuno di noi da solo non può bastare" afferma Bonaccini che pensa a costruire un'opposizione più ambia possibile: "Non deve dire a me Carlo Calenda che il Pd ha perso: il Pd ha perso nettamente, l’ho detto. Ma Calenda, come i 5 Stelle, devono porsi il problema che, avendo perso peggio del Pd, senza il Pd non vanno da nessuna parte".
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Intanto c'è da resuscitare il Partito democratico. "Questa classe dirigente va cambiata per un processo naturale. Noi veniamo da anni in cui si sta a lungo al governo e si cambiano ministeri con qualsiasi governo", dice il dem che sui notabili del Pd aggiunge: "Non do mai giudizi sulle persone, ma questa classe dirigente va cambiata. Se io avessi perso in Emilia Romagna tre anni fa non avrei aspettato che altri mi dicessero di mettermi da parte. Senza dover mandar via nessuno, adesso serve una nuova stagione e la si fa con un nuovo gruppo dirigente".
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Ma in corsa per la segreteria c'è anche Elly Schlein, sua vice in Regione, alla quale riserva un paio di stoccate. "Il problema è quale sinistra si vuole fare. Se vogliamo diventare una sinistra minoritaria e ideologica serve a poco. Per vincere dobbiamo essere una sinistra riformista", dice Bonaccini che risponde alle dichiarazioni di Schlein che, in una intervista, ha detto "il Pd deve tornare a fare la sinistra". La candidata fa vanto di non essere mai stata una dirigente del partito: "È chiaro che se non sei iscritto al partito fai fatica a far parte del gruppo dirigente... Io dico solo che se vincerò chiederò una mano a Schlein e se vincerà lei darò una mano", conclude l'aspirante leader del Pd.