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Elezioni regionali: l'ora della verità. Centrodestra, test per nuovi equilibri nazionali

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Circa 13 milioni di italiani tra domani e lunedì sono chiamati alle urne per rinnovare i vertici delle Regioni Lazio e Lombardia. Un test dalla portata locale che avrà però significative ricadute nazionali, non solo sulla nuova geografia politica complessiva ma anche sui rapporti di forza all'interno delle singole alleanze. In particolare nella maggioranza.

Sul voto cresce però l'allarme astensionismo, con un possibile deciso calo non solo rispetto alle politiche dello scorso settembre ma anche e soprattutto sulle precedenti elezioni amministrative. E alcune difficoltà, in particolare nei principali centri, sono segnalate anche nel reclutamento degli scrutatori.

 

La valenza politica dell'appuntamento finisce al centro dell'attenzione delle singole forze politiche. In particolare nel centro destra si guarda al possibile ulteriore balzo in avanti di Fratelli d'Italia, dato in crescita nei sondaggi. Il dato osservato con maggior attesa viene dalla Lombardia, storica roccaforte di Lega e Forza Italia: un' eventuale decisa affermazione della formazione di Giorgia Meloni a scapito dei due alleati potrebbe avere effetti sui nuovi equilibri nazionali. Nessuno mette in dubbio la tenuta del governo, che potrebbe uscirne addirittura rafforzato, ma un esecutivo sempre più a trazione Fdi potrebbe creare nuove frizioni tra gli alleati. In chiave regionale invece la conferma di Attilio Fontana alla guida del Pirellone viene data come molto probabile dalle rilevazioni dei principali istituti demoscopici.

 

Pure nel Lazio si profila un'affermazione del centro destra, anche in virtù del fatto che Pd e Cinquestelle si presentano divise, dando il via libera al ritorno alla guida della Regione di un esponente di centro-destra, dopo l'era Zingaretti.

 

La concomitanza delle elezioni con l'avvicinamento alle primarie ha intanto condotto il Pd a una breve tregua interna, con i quattro candidati in lizza per la segreteria uniti a sostegno di Majorino in Lombardia e D'Amato nel Lazio. Una scelta unitaria destinata a sfumare già nei prossimi giorni.

 

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