Crisi Meloni-Macron, la soffiata dal Quirinale sulle mosse di Mattarella
L’eco delle scintille tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron è arrivata, come era scontato, anche al Quirinale. Sergio Mattarella, sin dall’insediamento del nuovo governo di centrodestra, aveva favorito i contatti sull’asse Roma-Parigi, con un faccia a faccia subito dopo il giuramento, ed aveva fatto partire una telefonata verso l’Eliseo dopo la crisi sui migranti e sulla nave Ong per far rientrare la situazione. Ma ora, riferisce La Stampa, il presidente della Repubblica si muoverà in maniera diversa a seguito dell’attacco di Meloni a Macron per averla esclusa dal vertice organizzato con Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, e Olaf Scholz, numero uno della Francia.
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“Non siamo gli interlocutori giusti” la presa di posizione dal Colle dopo la bordata del premier italiano al presidente francese, anche se Mattarella ha a cuore i rapporti tra le due nazioni. “Ci tiene parecchio. È convinto che un legame operativo tra Italia e Francia possa essere di grande aiuto all'Europa in generale, e a noi in modo particolare. C'è un intreccio di convenienze economiche che suggeriscono di muoversi a braccetto per fare fronte comune contro certi atteggiamenti dei cosiddetti ‘frugali’ nordeuropei” la spiegazione fornita da Ugo Magri, noto quirinalista del giornale piemontese.
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E lo stesso Magri scopre le carte del Quirinale: “Stavolta non si prevedono iniziative né rammendi da parte di Mattarella. Sarà la premier a giocare le sue carte con Macron e in Europa. Per quanto il clima con Mattarella sia buono, secondo alcuni ottimo, Meloni non tollererebbe di sentirsi sotto tutela. Al massimo accetterebbe buoni consigli. L’invito implicito di Mattarella è ‘per superare l'impasse diamo seguito a questi impegni. Applichiamoli fino in fondo. Sentirsi, incontrarsi, colloquiare non vanno intesi come forme di cedimento politico ma atti dovuti alla luce del Trattato del Quirinale’”. Insomma Italia e Francia la devono smettere con il farsi dispetti a vicenda.