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Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha dimenticato gli ospedali

Antonio Sbraga
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Nella Regione Lazio è scontro sui pochi lavori in corsia e i cantieri mai partiti nelle strutture sanitarie bisognose di ristrutturazioni. «L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, si è dimenticato di spendere un miliardo e cento milioni di euro per l’edilizia sanitaria- attacca Francesco Rocca, il candidato presidente del centrodestra- A fronte di 2 miliardi di euro resi disponibili dal programma nazionale di spesa ordinaria per investimenti in ambito sanitario, il Lazio, infatti, ha sottoscritto accordi di programma solo per circa 900 milioni di euro, cioè per appena il 45 per cento del totale», quantifica Rocca. Ricordando che anche «la Corte dei Conti, non è un caso, ha più volte posto l’attenzione sulle criticità connesse all’attuazione di tale programma, nello specifico per la scarsa sollecitudine nella sottoscrizione degli accordi, i ritardi nelle procedure istruttorie e i rallentamenti in fase di esecuzione delle opere». Tant’è che, sottolinea l’ex presidente della Croce Rossa, «a questo miliardo e cento milioni si devono sommare i fondi stanziati e mai spesi per il Policlinico Umberto I: si tratta di oltre cento milioni di euro che avrebbero potuto essere utilizzati, ad esempio, per ristrutturare una realtà che cade a pezzi e il cui pronto soccorso versa in condizioni vergognose».

Proprio il più grande ospedale di Roma e d’Italia, infatti, già due anni fa venne indicato dalla Corte dei Conti come il grande malato della sanità laziale: «Si può ritenere che, in questi anni, per l’Umberto I non sia stata colta la possibilità di risolvere molte delle problematiche che affliggono questo nosocomio, per renderlo maggiormente efficiente e aderente alle necessità del grande bacino di utenza che è chiamato a servire». Questo il quadro clinico sul policlinico che delinearono i magistrati contabili nel 2021 nella relazione sugli «Interventi di riorganizzazione e riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani». Secondo la Sezione centrale di controllo «le vicende che hanno interessato il Policlinico Umberto I sono state molteplici e ad elevata complessità traducendosi, di fatto, in un continuo susseguirsi di soluzioni progettuali di cui non è agevole percepirne la ratio e la reale portata; eccezion fatta per la prima modifica al progetto del 2002 che era stata richiesta dalla Sovraintendenza alle Belle arti e resasi necessaria per salvaguardare l’architettura storica dei Padiglioni». Anche secondo «il Ministero le variazioni progettuali intervenute nel corso di più di un decennio lasciano perplessi soprattutto sulla loro reale opportunità, apparendo probabilmente più il frutto di scelte politiche (intervenute con il susseguirsi delle varie Giunte), che di ponderate valutazioni delle concrete esigenze sanitarie della capitale». Per questi motivi, aggiunse la Corte dei Conti, «non si è ancora provveduto alla concreta realizzazione delle opere che, attualmente, sono in fase di progettazione esecutiva. Il costo complessivo previsto per gli specifici interventi ammonta ad oltre 100 milioni di euro, però, dopo oltre venti anni, sono stati spesi soltanto circa 5 milioni euro (occorsi unicamente per far fronte al saldo delle spese tecniche iniziali)». Nel corso di questo ventennio l’Umberto I ha perduto oltre un quarto (-28%) dei suoi posti letto (-487), passando dai 1718 posti disponibili nel 2001 ai 1231 letti attuali (ma nei reparti di Medicina ci sono 88 letti in meno per inagibilità: quelli «occupabili, infatti, sono 338 posti letto agibili a fronte di 426 posti letto attribuiti»). E sono sempre più «necessari i lavori di rifacimento e di adeguamento delle strutture già esistenti, per i quali la somma messa a disposizione dell’azienda ammonta ad euro 103.495.798».

Nel 2021, in occasione dell’insediamento del nuovo direttore generale dell’azienda ospedaliera, l’assessore D’Amato assicurò di voler «mettere finalmente in maniera operativa in piedi gli elementi della grande ristrutturazione di questo polo ospedaliero universitario. Sappiamo che le risorse, seppur non in maniera soddisfacente, ci sono. Noi dobbiamo accelerare perché questa struttura ha la necessità di interventi importanti di riqualificazione, messa in sicurezza e interventi di natura tecnologica. La Regione starà accanto per riconsegnare giusta valenza al policlinico Umberto I. Insieme possiamo fare un bel lavoro». Ma già in un’audizione del 2018 in Consiglio Regionale il precedente direttore generale, Vincenzo Panella, aveva annunciato «a breve avranno inizio i lavori». Cantieri, invece, ancora in stand-by dopo 5 progetti in 22 anni.
 

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