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Primarie Pd, Bonaccini crolla nel Lazio: Schlein in netto vantaggio

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Claudio Querques
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La moltiplicazione «dopata» delle tessere non è l’unica nuvola color nera seppia che incombe sul Nazareno. Le verifiche nel Casertano e in Emilia-Romagna, dove sono scoppiati i casi più eclatanti, sono ancora in corso. Per effetto diretto Francesco Boccia si è ufficialmente dimesso da commissario regionale campano attaccando il governatore Vincenzo De Luca e i consiglieri regionali: «Il 70% non paga le quote al partito».

Ma la tensione sale anche nelle regioni dove il voto delle assemblee congressuali va avanti regolarmente. La Schlein sta prendendo più voti del previsto, specie nel Lazio. Troppi. E da qualche giorno Bonaccini ha una ruga in più. Sono dati parziali, l’esito pare scontato: a prevalere in questa prima fase riservata agli iscritti saranno come da pronostico il governatore emiliano e la sua vice Schlein. Si prefigura uno scontro in famiglia se non fosse che i due reciproci comitati elettorali stanno cominciando a dirsele di santa ragione. Accuse, indagini e i soliti sospetti. Bonaccini, favoritissimo alla vigilia, nel conteggio dei voti scrutinati finora è in vantaggio di una quindicina di punti. È in difficoltà in Liguria, Veneto, Trentino-Alto Adige e all’Estero.

 

In Lombardia i dati aggregati sul voto dei delegati dicono che ci sarà un testa a testa. Ma il vero flop è la Puglia: 2,86% contro l’81,43% della sua competitor. Troppo largo lo scarto per essere vero, tanto più che a sostenerlo da quelle parti è il governatore pugliese Michele Emiliano. Per non parlare del Febbraio Il termine fissato per i delegati per votare il candidato segretario del Partito democratico Anni L’età di Elly Schlein, attualmente vice presidente della Regione Emilia Romagna Lazio dove Bonaccini pensava di giocare in casa visto il sostegno del sindaco capitolino Roberto Gualtieri e invece dovrà darsi da fare per recuperare lo svantaggio: 16,55% contro il 74,48% della Schlein. Irrilevanti, con percentuali che partono da zero virgola e non arrivano mai in doppia cifra, gli altri due candidati Gianni Cuperlo e Paola De Micheli.

 

Il Lazio è già un «caso». Quei numeri così sbilanciati a favore della 37enne Schlein generano ansia nell’accampamento avversario. Senza dire che campagna elettorale e primarie vanno di pari passo. L’asse Roberto Gualtieri-Claudio Mancini, entrambi sponsor di Bonaccini, ha «adottato» i candidati della lista Pd Mario Ciarla ed Eleonora Mattia. Hanno partecipato ai loro eventi, messo a disposizione le rispettive agende, persino, si sostiene, concordato la strategia elettorale. Gli «altri» che hanno a cuore la deputata, cioè Dario Franceschini, Nicola Zingaretti e, anche se più defilato, Goffredo Bettini, spingono Daniele Leodori, capolista e attuale presidente vicario della Regione Lazio, la sua fidatissima segretaria particolare Emanuela Droghei e l’assessore Massimo Valeriani, legatissimo a Zinga. Che cosa succederà quando nel rush finale a votare nei gazebo e online non saranno solo gli iscritti? Il gioco sfuggirà al controllo dei capibastone? Nel Lazio, dove domenica si voterà per eleggere il nuovo inquilino della Pisana, e in Lombardia, i delegati potranno votare il candidato segretario fino al 19 febbraio. Come per i tempi supplementari: Dem contro Dem, una sfida nella sfida nella partita delle regionali.

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