Renzi-Calenda, rivoluzione per il Terzo polo: nome, simbolo e nuovi arrivi
Un matrimonio di interesse. Breve quanto la vita di una farfalla. E che si sarebbe dovuto sciogliere come neve al sole alla prima difficoltà. Erano questi i commenti sarcastici sull'alleanza che portò Carlo Calenda e Matteo Renzi a presentarsi alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre sotto un simbolo comune. I due, impossibile non ricordarlo, non sempre erano andati d'amore e d'accordo. Tutt'altro. Gli scambi, nel recente passato, erano stati anche piuttosto accesi. Ma sempre circoscritti ad un ambito politico. Lo schema delle coalizioni però ha invitato i due leader a trovare una quadra, per non essere schiacciati dal Pd da un lato, dai Grillini dalla parte opposta.
Calenda svolta a destra: sorpresa, i due nomi che passano con Azione
Oggi, il Terzo Polo fa scouting, apre la porta ai riformisti di Botteghe Oscure, Irene Tinagli e Giorgio Gori in primis e si prepara a cementificare il matrimonio tra Renzi e Calenda. Come? Con un simbolo e un nome nuovo, che rappresenti a pieno la casa dei riformisti e che superi quel “Terzo Polo”, valutato come poco incisivo nel medio-lungo periodo. Bocche cucite da parte dei dirigenti di Azione e Italia Viva sulle proposte presentate, che stanno circolando nelle sedi romane e in quelle milanesi. Con ogni probabilità, a maggio, nel corso di una manifestazione nazionale con gli esponenti under trenta dei due partiti, verrà svelato l'arcano.
Il sondaggio che smaschera la sinistra. Masia: "Ripresa del consenso a Meloni"
L'obiettivo dei centristi è arrivare alle prossime europee del 2024 in doppia cifra, il sogno è superare il 14%. Per farlo, è indispensabile attrarre nuovi dirigenti, dal Pd, ma anche da Forza Italia. Il partito fondato da Silvio Berlusconi sta vivendo un momento di grande difficoltà. Antonio Tajani, tra impegni istituzionali e incontri indispensabili per realizzare il sogno di diventare il futuro Presidente della Repubblica, ha lasciato mano libera a Licia Ronzulli, diventata, de facto, il segretario in pectore di FI. Una scelta che non è piaciuta affatto ai deputati azzurri più esperti, che non apprezzano il clima di scontro creatosi con Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni in particolar modo. Una tensione crescente, che potrebbe portare a cambi di casacca. In questo scenario, il nome e il simbolo della federazione centrista acquisterà un valore politico di grandissima rilevanza. Una sorta di patente, indispensabile per poter giocare alla pari col campo progressista e un centrodestra mai così forte.