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Incredibile Pd, ora anche Bonaccini dà lezioni di femminismo a Meloni

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Incredibile ma vero, dal Pd continuano le lezioni di femminismo a Giorgia Meloni, prima premier donna della storia d'Italia. Ad avventurarsi questa volta è il candidato alla segreteria Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia-Romagna, che nel corso di un dibattito tra gli aspiranti leader del Partito democratico, al Nazareno, afferma: "Quando la democrazia è sotto attacco sono sempre sotto attacco le donne. Succede in Afghanistan, in Iran e tanti altri paesi. La nostra proposta di cambiamento deve assumere questa prospettiva, perché le nostre società sono troppo spesso modellate su esigenze maschili". Fin qui, tutto normale, visto che tra l'altro Bonaccini parlava  nell’ambito della conferenza nazionale delle donne democratiche.

 

Poi il riferimento alla premier: "Non so se Giorgia Meloni abbia davvero sfondato il tetto di cristallo, la sua elezione è un fatto potente ma non sta cambiando le regole del gioco. Già dal fatto che abbia scelto di essere chiamata ’il presidente del Consiglio' denota subalternità", afferma Bonaccini. Eppure Meloni ha motivato la scelta lessicale più volte, ossia con la volontà di mettere l'accento sulla carica e non sulla persona.   

 

Il candidato alla guida del Pd, dato dai sondaggi in buon vantaggio su Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo, spiega poi come "vede" il suo Pd: "Al centro di un partito laburista - e questo attiene all’identità del Pd e non al cambio di nome - deve esserci la condizione femminile" nel lavoro e su questo "deve esserci un balzo in avanti". Perché le donne possano "lavorare e scegliere se essere madri, servono i servizi come rendere universale il sistema dei nidi e degli asili. Altrimenti quella della natalità resta retorica stantia". Ed inoltre è ora "di passare alla condivisione dei tempi di vita e di lavoro", ad esempio con la legge del Pd sui i congedi parentali. Buoni propositi che si scontrano con i dirigenti dem visti negli ultimi anni, quasi tutti uomini. "Le correnti portano alla cooptazione e questo fa male innanzitutto alle donne", ammette Bonaccini. 

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