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Roberta Metsola su Giorgia Meloni: ottimista sul suo ruolo in Europa

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Sono tanti i temi con cui deve confrontarsi Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo. Dal Qatargate alla guerra in Ucraina, l'Europa è sotto attacco e le istituzioni devono fare fronte comune per reggere il peso delle responsabilità. Roberta Metsola prova a tenere la barra dritta e, in un'intervista a La Stampa, fa il quadro dell'azione. Parla anche del nostro premier Giorgia Meloni di cui apprezza il ruolo svolto in Europa. «Ho incontrato la presidente Meloni tre volte. Ogni volta ne sono uscita ottimista sul suo ruolo come primo ministro italiano in una prospettiva europea e in relazione ai partner». Lo ha detto alla Stampa Roberta Metsola a proposito della possibilità che Fratelli d’Italia potrebbe essere il partito europeo relativamente più votato nel 2024. «Io parlo con i leader di ogni colore politico. È il mio ruolo istituzionale. E quando sento le dichiarazioni fatte o guardo alle mosse del ministro Tajani e il ruolo di Raffaele Fitto nello scenario europeo e internazionale, vedo solo posizioni che mi sento di sottoscrivere in pieno».

Metsola affronta il delicato tema del Qatargate. «L’ho promesso il 9 dicembre, il giorno in cui lo scandalo è scoppiato: laddove le regole non sono state applicate, laddove ci sono lacune o abusi, la nostra tolleranza sarà zero. Stiamo proponendo misure immediate e altre verranno, perché i campanelli di allarme possano suonare prima e si possano costruire delle difese». Lo ha detto alla Stampa Roberta Metsola, riferendosi allo scandalo del Qatargate che ha coinvolto il Parlamento europeo. «Stiamo parlando di accuse di corruzione - ha precisato la presidente dell’Europarlamento - Non posso escludere che succederà nuovamente. Ma posso sperare che queste misure siano il più forte deterrente per chiunque pensi che il Parlamento possa essere indebolito, come presumibilmente è stato».

 

 

 

Infine la guerra in Ucraina, dove è necessario non far mancare il sostegno al popolo di Zelensky. «L’Ucraina deve avere i Leopard 2». Lo dice Roberta Metsola alla Stampa, convinta che nella dotazione per Kiev devono essere compresi i carri armati tedeschi. «È importante che gli alleati si coordinino e procedano uniti - argomenta la presidente del Parlamento Ue - Sono stati presi altri impegni importanti e resto ottimista anche per quanto riguarda i carri armati, poiché questo è ciò che è necessario: sarà il logico passo successivo. Accolgo con favore la prontezza e gli impegni di Ramstein. Tuttavia, ciò di cui abbiamo urgente bisogno è leadership, accordo e un approccio unito per fornire carri armati Leopard 2 all’Ucraina. Ci sono molti Paesi europei pronti a farlo. Gli ucraini stanno coraggiosamente combattendo per la loro libertà e i nostri valori comuni. Hanno bisogno e contano su di noi. Non possiamo deluderli». «A un anno dall’inizio della guerra - spiega la Metsola - gli attacchi russi si stanno intensificando e siamo consapevoli che Putin stia ricostituendo le sue forze. L’unico modo per aiutare l’Ucraina a vincere la guerra è salvare vite umane. E ciò che salva le vite umane sono i carri armati e la difesa aerea. Capisco le realtà individuali, politiche, militari e storiche di ogni Paese; le conosco perché ho incontrato tutti i primi ministri. Ma siamo a un punto di non ritorno. Se non sosteniamo l’Ucraina facciamo il gioco di Putin. E a perdere non sarà solo l’Ucraina ma l’intera Europa. Non si può dimenticare cosa è successo a Dnipro, Bucha, Kerson e Mariupol. In queste città ucraine sono state uccise migliaia e migliaia di persone. Anche civili, donne bambini. Questo è il quadro davanti a cui si pone la nostra scelta. Dobbiamo fornire armi e aiuti. Se non possono difendersi, passerà il messaggio che li stiamo lasciando soli. La Russia non si fermerà. Non lo ha fatto nel 2008, non è successo nel 2014. Putin non arretrerà neanche questa volta».

 

 

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