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Intercettazioni mafiose, "non si toccano". Nordio tuona, sinistra muta

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Nessun passo indietro sulle intercettazioni, diversi in avanti su crimini di guerra in Ucraina, suicidi in carcere e presunzione d'innocenza. È l'agenda di governo del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per i 4 anni e 9 mesi che mancano alla fine della legislatura. L'ex magistrato ha colto l'occasione della Relazione al Senato sull'amministrazione della giustizia per fare il punto sulle priorità del dicastero. Partendo dalla stretta attualità. La cattura di Messina Denaro? "Grande operazione" che chiude il capitolo stragi "assicurando alla giustizia l'ultimo degli autori" e "il cui merito è equamente suddiviso fra magistratura e forze dell'ordine, tra questo Governo e quelli precedenti".

Rispetto alla stretta annunciata sulle intercettazioni, che proprio dopo l'arresto del super latitante è tornata a far discutere toghe e politica, Nordio ha chiarito meglio la sua frase 'i mafiosi non parlano per telefono', ribadendo contestualmente che nessuno nell'Esecutivo ha intenzione di toccare le captazioni per i reati di criminalità organizzata. "Alludo al fatto che nessun mafioso abbia al telefono manifestato la volontà di delinquere o espresso parole che siano prova di un delitto in atto o in progressione, le intercettazioni servono per conoscere movimenti e legami fra le persone". "Quelle preventive sono indispensabli - ha aggiunto - altra cosa sono le intercettazioni giudiziarie che per meccanismi perversi finiscono sui giornali delegittimando e offendendo i cittadini".

Il ministro ha riconosciuto che le modifiche in campo penale hanno un maggior "effetto mediatico" ma ha assicurato all'Aula di Palazzo Madama che la sua priorità rimane "quella economica" con gli interventi sulla giustizia civile e sulle "criticità che costituiscono un freno da 2 punti di Pil all'anno".

Tra queste semplificazione e riorganizzazione di piante organiche e geografia giudiziaria - sottolinea Nordio - spending review e rafforzamento dei servizi di accoglienza e informazione nelle diverse materie come la volontaria giurisdizione per il rilascio di certificati, il diritto di famiglia e le esecuzioni civili. "Avranno impatto anche a breve termine", assicura.

Ultimo capitolo: carceri e ruolo internazionale della giustizia italiana. Su quello che Nordio definisce "allarme suicidi" in cella, via Arenula punta ad aumentare posti negli istituti penitenziari per diminuire il sovraffollamento e programmi per il lavoro durante l'espiazione della pena, da proseguire anche una volta usciti con misure di defiscalizzazione per chi assume ex detenuti. Sul quadro internazionale l'ex pm pensa soprattutto al conflitto tra Mosca e Kiev.

"Collaboriamo alla creazione di un codice dei crimini di guerra anche per la gestione di quelli commessi in Ucraina", dove "non c'è alcun dubbio su chi sia l'aggressore e l'aggredito, sono stati commessi reati infami contro la popolazione", afferma il ministro annunciando di aver istituito "una commissione con il compito di elaborare un progetto di codice dei crimini internazionali ad hoc, con valenza simbolica e non". "Intervento normativo indifferibile - conclude Carlo Nordio - per assicurare il perseguimento anche nella giurisdizione italiana dei crimini contro l'umanità e di guerra e realizzare la complementarietà con lo statuto della Corte penale internazionale".

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