Sondaggi, le accise non frenano il centrodestra: ancora più su. Doccia gelata Pd-M5s
Quanto pesa nei sondaggi politici la polemica sulle accise e il caro-carburante? Un'indicazione arriva dall'ultima rilevazione di Termometro Politico realizzata attraverso interviste realizzate tra il 10 e il 12 gennaio, quindi nel vivo dello scontro sul mancato rinnovo del taglio delle tasse su benzina e diesel da parte del governo di Giorgia Meloni. Ebbene, il i risultati dell'ultimo sondaggio di TP sono abbastanza sorprendenti.
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SI registra infatti una clamorosa di inversione di tendenza per il centrodestra perché il caro-benzina non sembra intaccare più i consensi sul governo e sui partiti della maggioranza. Sale infatti la fiducia nei confronti della premier Meloni (al 44 per cento), e crescono anche le preferenze per Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia.
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Le forze di centrodestra sono in crescita rispetto alla precedente rilevazione: Fdi è al 28,8 percento, il Carroccio all'8,6 e Forza Italia al 7,1. Della situazione non se ne giovano la sinistra e le forze moderate di opposizione, in calo e inalterati. Il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte si attesta al 17,5 per cento, il Pd 16,3, Azione/Italia Viva all'8, Sinistra Italiana/Verdi al 3,2. Tra gli altri partiti +Europa 2,5 per cento, Italexit 2,4, Unione Popolare 1,5, Italia Sovrana 1,4. Diverso il discorso quando si chiede agli italiani cosa pensano della mancata proroga agli sconti sul carburante. Il 76 per cento degli intervistati chiede al governo di reintrodurlo con il 50,8 che vorrebbe un taglio permanente alle accise.
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Nel sondaggio viene chiesto agli italiani anche cosa pensano del "sovranismo": il risultato è che più delle metà degli intervistati lo giudica positivamente. Il 28,2 per cento pensa che bisogna ridare sovranità all'Italia e riscoprire l'orgoglio nazionale, il 23,3 afferma che il sovranismo è necessario per accrescere il controllo nazionale negli ambiti strategici senza entrare in conflitto con gli alleati. Il 29,1 per cento, meno di un italiano su tre, pensa invece che sovranismi e nazionalismi provocano solo danni. Un altro 16,9 per cento è critico e chiede un equilibrio tra integrazione e identità.