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Cgil nostalgica della Russia: alla festa parte l'inno dell'Urss

Pietro De Leo
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Chissà, magari nascosto tra il pubblico del congresso della Cgil di Bologna stava pure il compagno Folagra, viscerale comunista che provò ad instradare, nel verbo rosso, un disorientato Ugo Fantozzi. Sicuramente, però, c'era il segretario generale Maurizio Landini. E a un certo punto, terminata una sessione di voto, è partito l'inno dell'Unione Sovietica. Facilmente distinguibile, a beneficio dei social e a generare un divertissement politico che finirebbe lì, se la Cgil per anni non avesse svolto, oltre alla sua attività sindacale, anche quella di pseduovigilanza ideologica nel raccontone sul finto pericolo neofascista in Italia. Va detto: il Sindacato di Corso Italia ha subito il gravissimo attacco dei militanti di alcune sigle di destra estrema nell'ottobre del 2021, un assalto violento e inaccettabile. Ma quella vicenda condannabile, e che infatti è stata condannata da tutti, ha fornito l'humus per la strumentalizzazione di ogni sorta, per alimentare l'additamento a quello che è oggi il partito principale del centrodestra, Fratelli d'Italia, in continuità con quanto prima sia stato fatto con la Lega e negli anni precedenti anche con Forza Italia. Per questo motivo, l'incidente musicale dell'altroieri si ammanta di contenuto politico, per quanto minimo, considerando il fardello storico dei crimini e delle tragedie generati dal comunismo.

 

 

Ed infatti Fratelli d'Italia ha subito mosso le critiche a Maurizio Landini. «Si scusi e condanni pubblicamente quanto avvenuto a Bologna al circolo Arci San Lazzaro di Savena», tuona Tommaso Foti, capogruppo alla Camera. «L'elezione del segretario locale della Cgil è stata salutata con l'inno dell'Urss. È un'offesa alle tante vittime del popolo ucraino che combattono per la libertà. E Landini, che era presente all'evento ne prenda immediatamente le distanze». Anche la deputata Ylenja Lucaselli invita Landini a prendere «subito le distanze». Quanto accaduto è «di una gravità assoluta». Anche gli alleati di centrodestra attaccano. Il Segretario della Lega Matteo Salvini twitta ironico «nostalgia portali via» mentre Maurizio Gasparri dichiara: «Condanniamo severamente ogni forma di estremismo soprattutto in ambienti che dovrebbero rappresentare organizzazioni sindacali a difesa dei diritti e doveri di tutti i cittadini, a prescindere dai colori di partito».

 

 

La Cgil accampa una giustificazione: «Precisiamo che il congresso della Camera del Lavoro di Bologna si è concluso sulle note dell'Internazionale, da sempre inno del movimento dei lavoratori, e che ci ricorda l'istanza internazionale da cui nasce il sindacato». E poi viene al punto: «Tra le diverse operazioni di voto, prima dell'elezione della segreteria, dalla regia è stato confuso l'inno sovietico con l'internazionale. Le polemiche scaturite in seguito a questo mero errore materiale non possono far dimenticare la posizione della Cgil sulla guerra». Tecnico del suono bocciato in storia, dunque. Ma la vera domanda è quella solita per i casi di doppia morale: quale uragano sarebbe stato mosso a parti invertite?

 

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