Lo Scudocrociato rinasce nel Lazio: torna lo storico simbolo della Dc
Guai a chiamarla operazione-nostalgia. L'ambizione è quella di un progetto politico a medio-lungo termine capace di ridare una casa agli elettori moderati. Partendo dal Lazio. L'Udc torna a presentarsi alle elezioni regionali con il proprio simbolo. Nel 2018 la formazione di Lorenzo Cesa aveva corso «in bicicletta» nella lista Noi con l'Italia di Maurizio Lupi a sostegno del candidato di centrodestra Stefano Parisi, rimediando l'1,63% ed eleggendo un consigliere regionale. Alle ultime elezioni politiche dello scorso 25 settembre, invece, l'Udc si presentò nella lista Noi Moderati, che presentava un contrassegno con all'interno i simboli anche di Noi con l'Italia di Lupi, Coraggio Febbraio La data in cui si celebreranno le elezioni regionali nel Lazio (dove l'Udc presenterà una propria lista a sostegno del candidato di centrodestra Francesco Rocca) e in Lombardia Italia di Luigi Brugnaro e Italia al Centro di Giovanni Toti. Operazione sfortunatissima: la quarta gamba del centrodestra prese lo 0,9%, non raggiungendo il quorum. Per questo il segretario Lorenzo Cesa ha deciso di dire basta con listoni, ammucchiate e simboli presentati all'ultimo e sconosciuti agli elettori. Si riparte dallo Scudocrociato. Regista della lista che è stata presentata ieri in Corte d'Appello è Marco Di Stefano, politico di lungo corso, oggi consigliere comunale a Roma e in Città Metropolitana.
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Di Stefano, gli elettori il 12 e 13 febbraio ritroveranno l'Udc e lo Scudocrociato.
«Sì, ma non si tratta di una operazione nostalgica. Al contrario, riteniamo che la vera innovazione debba partire sempre dalla tradizione. Con questo progetto politico vogliamo rivendicare i nostri valori: famiglia, centralità della persona, educazione civica. I valori fondanti della nostra società e della nostra Repubblica, che chiaramente vogliamo attualizzare al 2022. Guardiamo avanti, non al passato, senza dimenticare da dove veniamo e quale percorso abbiamo fatto».
Perché avete deciso di correre da soli?
«Con Lorenzo Cesa abbiamo valutato la situazione concordando sul fatto che il risultato ottenuto alle elezioni politiche è stato molto deludente, non dobbiamo nasconderci. E lo è stato perché abbiamo presentato un progetto politico debole, messo in campo all'ultimo minuto. Proseguire su quella strada non aveva senso. Tra sparire e rilanciare le nostre idee abbiamo scelto la seconda opzione, accettando anche di correre un rischio. Basta con ammucchiate e cartelli elettorali. Ripartiamo dalle idee, dai contenuti, dall'elaborazione politica e culturale, dai programmi. In Italia c'è grande bisogno e anche grande spazio per una forza politica moderata, popolare, ispirata ai valori del cattolicesimo democratico. Noi siamo quelli che hanno portato il benessere in Italia. Siamo quelli che hanno fatto rinascere questo Paese dalle macerie della Seconda guerra mondiale. Noi siamo i liberi e i forti. Ecco queste elezioni regionali per l'Udc rappresentano un nuovo appello ai liberi e forti. Le dirò di più, presenteremo la nostra lista proprio il 18 gennaio, data in cui Luigi Sturzo nel 1919 presentò quel manifesto politico».
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Sosterrete Francesco Rocca presidente.
«Una scelta naturale. Le idee e i valori del cattolicesimo democratico non hanno nulla a che fare con quelle di questa sinistra sempre più massimalista e laicista e sempre meno progressista. Noi siamo nel centrodestra e abbiamo l'ambizione di condizionarne le scelte e i programmi. Ad esempio in economia: la Dottrina sociale della Chiesa e il Codice di Camaldoli hanno un'attualità formidabile. Così come l'economia sociale di mercato. Soprattutto in questo periodo di crisi economica drammatica. Il rapporto tra Stato e mercato, la presa in carico delle fragilità, il sostegno alle famiglie, la gestione dell'immigrazione, la sfida energetica. Sono temi importanti che non si risolvono con il reddito di cittadinanza o la legalizzazione della cannabis o il no ai termovalorizzatori. Servono idee forti portate avanti fa uomini liberi da ogni condizionamento».
Che obiettivo avete per queste elezioni regionali?
«Vogliamo partire con un progetto politico. Il 13 febbraio non sarà un traguardo, ma una linea di start. E siamo convinti che gli elettori premieranno la nostra coerenza, il nostro coraggio, la nostra tradizione. E lo Scudocrociato rappresenta una garanzia: non vogliamo strumentalizzare un simbolo, ma rilanciare ciò che rappresenta».
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