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Gasparri sbotta con la Rai: “Apologia di Lotta Continua, movimento di violenza”

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Maurizio Gasparri dice basta con l’apologia di una certa parte della sinistra da parte della Rai. Il vice-presidente del Senato ed esponente di Forza Italia è esterrefatto dopo la messa in onda di "Lotta continua" un docufilm tratto dal libro di Aldo Cazzullo e non nasconde il proprio sdegno: “I capi supremi di Lotta Continua sono stati condannati in maniera durissima per l’omicidio Calabresi. Sofri, il capo, è stato considerato l'ideatore e il mandante dell'uccisione del commissario. Eppure la Rai dedica un documentario sostanzialmente apologetico a questo movimento che ha seminato violenza nelle scuole e nelle piazze di tutta Italia. Ricordo bene i militanti di Lotta Continua che impedivano, a chi non la pensava come loro, di parlare. Ricordo la loro violenza, le loro aggressioni e la loro prevaricazione. Lotta Continua ha visto passare molti suoi militanti nelle schiere del terrorismo che ha insanguinato l'Italia negli anni di piombo. La responsabilità di Sofri e compagni in vicende inquietanti della vita italiana sono evidenti e sono state oggetto di processi e di condanne. Invece abbiamo visto sugli schermi di Rai 3, peraltro con un meritato flop di ascolti, dire in conclusione di questo documentario, veramente indefinibile, che Lotta Continua ha offerto ‘esempi da imitare’”.

 

 

“Ci sono state - prosegue Gasparri sui contenuti del programma andato in onda sulla tv di Stato - orgogliose rivendicazioni di quegli anni e di quei fatti, veramente intollerabili. Giampiero Mughini ha avuto l'onestà di dire la verità e di fare affermazioni apprezzabili, come peraltro Paolo Liguori. Altri si sono mostrati fieri del loro passato e della storia di Lotta Continua, che rappresenta una delle pagine più oscure e tragiche della recente storia italiana. La Rai si è ricoperta di vergogna con questa opera, della quale vorremmo discutere anche in Commissione di vigilanza, se solo ‘le sinistre’ non impedissero di costituirla per lotte di poltrone al loro interno. Ma ne chiederemo conto ovunque. Chiamando in causa a presidente e amministratore delegato della Rai, esponenti dei vari settori che dovrebbero produrre  cultura e documentazione qualificata. Mentre invece si sono resi responsabili di un atto apologetico di uno dei gruppi che ha insanguinato la storia d'Italia e i cui esponenti si sono assunti responsabilità che avrebbero meritato giudizi ben più severi nelle aule dei tribunali. Non certo la ribalta del servizio pubblico per un apologia che segna - chiosa la denuncia del senatore azzurro - una pagina oscura per la Rai”.

 

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