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"Lobby nera" un'invenzione, la Procura chiede l'archiviazione per Fidanza: nessuna prova

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La Procura di Milano chiede l'archiviazione dell'indagine "Lobby nera" nata da un'inchiesta giornalistica di Fanpage che aveva tirato in ballo l'eurodeputato di FdI Carlo Fidanza. "Bisogna concludere nel senso dell’insussistenza delle ipotesi di reato formulate perché dalle indagini svolte non sono emersi elementi in grado di confermare quanto emerso dai video che hanno dato origine al procedimento", è la conclusione a cui arriva il sostituto procuratore di Milano Giovanni Polizzi nella richiesta di archiviazione.

 

 

Fidanza esprime la sua soddisfazione sui propri canali social: "Dopo le anticipazioni di qualche settimana fa, la Procura di Milano ha richiesto ufficialmente l’archiviazione per me e gli altri indagati nell’inchiesta sulla cosiddetta e inesistente “lobby nera”. Ovviamente non ho mai dubitato che sarebbe finita così, ma oggi finalmente riemergo a testa alta da quella vergognosa montagna di fango mediatico. Grazie a chi mi è stato vicino e mi ha sopportato in questi lunghi quindici mesi, grazie a voi che non avete mai smesso di sostenermi e grazie anche a chi credeva di affossarmi e invece mi ha reso un uomo più forte e consapevole. Tornerà utile per proseguire la buona battaglia".

"Le affermazioni di Roberto Jonghi Lavarini e di Carlo Fidanza sul sistema di riciclaggio e illecito finanziamento ai partiti non hanno trovato riscontro nelle indagini svolte sull’attività del commercialista Mauro Antonio Rotunno, che a dire dei due, avrebbe dovuto avere un ruolo chiave. Parrebbe quindi trattarsi di un progetto futuro rimasto ancora in fase iniziale nel momento in cui sono subentrate le indagini penali", si legge nel provvedimento di sei pagine inviato al gip. "Anche se Jonghi Lavarini ha affermato, in uno dei video, che si tratta di un sistema già utilizzato, va dato atto che di ciò non è stata rinvenuta alcuna conferma. Pur essendo emersi elementi che inducono il sospetto del ricorso a finanziamenti illeciti - le affermazioni degli indagati registrate dai video e la consegna della valigia che avrebbe dovuto contenere il denaro - le risultanze delle indagini non hanno restituito riscontri convergenti e concludenti al punto da consentire di sostenere l’accusa in giudizio".

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