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Furia Schifani, pronto a far saltare la mostra da 4 milioni di euro della Regione Sicilia a Cannes

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Potrebbe saltare la mostra della Regione Sicilia a Cannes, costata quasi 4 milioni di euro e per questo finita nel mirino di media e opposizione. Il pressing di Renato Schifani è insistente per uscire dal "pasticciaccio brutto" di Cannes e dalle fitte nuvole che si addensano sul governo regionale e «sull’immagine della Sicilia».

Il presidente della Regione ieri ha nuovamente sollecitato al dipartimento del Turismo l’invio di una relazione e di tutta la documentazione relativa alla partecipazione della Regione alla prossima edizione del Festival internazionale del cinema di Cannes, «in quanto nulla, ad oggi, nonostante l’urgenza, è ancora pervenuto alla Presidenza», sottolineano dagli uffici di Palazzo d’Orleans.

Un caso, quello della mostra fotografica da 3,7 milioni - «Sicily, Women and Cinema» - su cui anche la Corte dei conti ha acceso i suoi fari e che per lo stesso presidente rappresenta «un forte danno all’immagine della nostra terra». Nel dettaglio il governatore ha specificato che gli approfondimenti richiesti dovranno essere «circostanziati» e riguardare anche tutta l’attività istruttoria e, in particolare, l’attività di affidamento «secondo l’art. 63 del Codice degli appalti» (procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara).

Con il documento inviato Schifani ha chiesto inoltre chiarimenti anche sui motivi della mancanza della fidejussione e in merito alla procedura in materia di certificazione antimafia, «non apparendo, allo stato, convincenti quelli dedotti in decreto». La relazione e gli atti richiesti, inoltre, dovranno essere corredati da documentazione audiovisiva relativa alla edizione 2022 della manifestazione. Offrendo il supporto della segreteria generale, del dipartimento regionale del Bilancio e Tesoro e dell’ufficio legislativo e legale, Schifani ha precisato che, «in esito agli approfondimenti», l’amministrazione regionale dovrà «necessariamente valutare», tra le azioni da intraprendere, anche quelli in autotutela, totale o parziale, compresi gli atti cautelari, anche di sospensione, «nell’ipotesi in cui si riscontrino responsabilità di qualsiasi tipo che possano causare danno, anche solo potenzialmente e anche solo d’immagine, alla Regione siciliana».

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