Mossa del governo sul caro-carburante, distributori obbligati a esporre il prezzo medio
Una norma sulla trasparenza dei prezzi ai distributori. Il Consiglio dei ministri di martedì 10 gennaio ha dato il via libera a un dl sulla vendita dei carburanti nelle stazioni di servizio. La misura a vantaggio dei consumatori introduce un nuovo regime di trasparenza per la vendita dei carburanti attraverso l’individuazione di un prezzo medio nazionale da esporre ai distributori accanto a quello della stazione di servizio. Viene definito anche un impianto sanzionatorio per i trasgressori. Lo si apprende al termine del Consiglio dei ministri.
Il Cdm, su proposta del ministro dell’Economia Giancalo Giorgetti, ha approvato inoltre un decreto che rinnova per il primo trimestre del 2023 dei buoni benzina per un valore massimo di 200 euro per lavoratore dipendente.
Nel corso della riunione dei ministri è stato varato anche un provvedimento che proroga il payback sanitario fino al 30 aprile prossimo, altra misura all'ordine del giorno e approvata, è intervenuta la capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Bilancio, Ylenja Lucaselli, che aveva sollevato nel corso dell’esame della manovra la criticità. "È solo il primo passo per affrontare in modo strutturale un contenzioso avviato dal governo del Pd guidato da Matteo Renzi, con l’introduzione di una norma di dubbia legittimità, che ha visto la sua attuazione dopo sette anni da parte del ministro, Roberto Speranza. Fratelli d’Italia fin dalla manovra ha voluto portare avanti questa battaglia con l’obiettivo, concordato col governo, di dare risposte ad aziende che rischiano il fallimento. Si punta quindi a congelare i pagamenti, rinviando di sei mesi la scadenza per i rimborsi, per poi provvedere ad una riforma complessiva del meccanismo una volta individuate le coperture necessarie nel prossimo Documento di Economia e Finanza".
"I mesi di proroga verranno utilizzati, quindi,anche per trovare una soluzione strutturale al problema, sanando il pregresso e rivedendo i meccanismi per il futuro. Una delle ipotesi in campo è quella di intervenire sul tetto di spesa fissato al 4,4% nel 2011, magari ritoccandolo al rialzo, per una cifra che potrebbe avvicinarsi al 6 miliardi", conclude Lucaselli.