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Prezzo carburanti, pronto il piano B del governo contro rincari e speculazione

Christian Campigli
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Aumenti ingiustificati, un piccolo, ma evidente calo nei consensi e due linee contrapposte sul come porre rimedio alla prima, vera emergenza del 2023. L'affaire benzina è diventato l'argomento del momento. Basta entrare in un bar, andare a tagliarsi i capelli da un barbiere o decidere di allenarsi in una palestra per potersene rendere conto: l'Italiano medio non ha gradito, per usare un eufemismo, i rincari degli ultimi nove giorni.

 

Secondo le elaborazioni di Quotidiano Energia, il prezzo medio della benzina da servito sale oggi a 1,965 euro, mentre quello del diesel tocca quota  2,023 euro al litro. Il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è 1,821 euro al litro. Il diesel self viene venduto a 1,879 euro al litro. Cifre decisamente troppo elevate, soprattutto se comparate con gli evidenti cali delle quotazioni internazionali dei prodotti grezzi. Ma che il malcontento non sia solo una percezione, lo conferma anche Fabrizio Masia, che ha presentato l'ultimo sondaggio politico Emg-Different nel corso della puntata di Agorà, su Rai 3. Uno degli elementi più rilevanti dei dati presentati dal sondaggista è quello della fiducia al governo di Giorgia Meloni, che vede una flessione nell'ultima settimana. I giudizi positivi sono il 46 per cento, due punti in meno rispetto a sette giorni fa. Stesso valore delle valutazioni negative che crescono del tre per cento. Nulla di allarmante o di definitivo, ma certo una questione sulla quale l'esecutivo sta riflettendo.

 

Due, sostanzialmente, le strade da seguire. La prima, al momento quella prevalente in Fratelli d'Italia, invita alla prudenza. Nella convinzione (e nella speranza) si tratti di una bolla speculativa e, come tale, debba rientrare nel giro di un paio di giorni. Lega e Forza Italia vorrebbero, al contrario, un intervento d'urgenza, per ripercorrere, de facto, la linea tracciata da Mario Draghi: tagliare nuovamente le accise. Secondo i rumors raccolti negli ultimi minuti, Meloni avrebbe optato per una soluzione dorotea, a metà tra le due linee. Ovvero, attendere non oltre giovedì: se per quella data i prezzi saranno calati, non vi sarà nessun intervento. Anzi, il governo ne uscirà rafforzato. In caso contrario, verrà studiato un provvedimento d'urgenza per abbassare, nuovamente, le tasse sul carburante. 

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