Nuove regole Ong, il sottosegretario Prisco: "Così fermiamo i complici degli scafisti"
La Geo Barents ha attraccato al porto di Taranto intorno alle 8: di lì a poco sono iniziate le operazioni di sbarco degli 85 migranti soccorsi in mare nei primi giorni dell'anno. Sono stanchi, stremati, ma sollevati per aver toccato terra dopo aver attraversato il mare. Quello stesso Mediterraneo verso il quale, nel pomeriggio, la nave di Medici senza frontiere ha fatto rotta dopo aver lasciato il porto sicuro assegnatole dalle autorità italiane.
Inizia così, sul fronte migranti, il 2023 dei salvataggi in mare dopo che lo scorso anno si è chiuso con oltre 105mila sbarchi (105.140) e 1.360 vittime nel Mediterraneo. Nessun braccio di ferro Governo-Ong, ma anzi accenni di collaborazione nelle primi giorni dell'anno.
"Le nuove regole per le Ong che solcano il Mediterraneo servono a dire basta alla tratta di esseri umani". In una nota il sottosegretario all'Interno Emanuele Prisco spiega la portata del dl che fermerà i complici degli scafisti. "È chiedere troppo se l'Italia pretende che si rispettino le regole del diritto internazionale, impedendo ad alcune organizzazioni di facilitare l’immigrazione clandestina facendo la spola con gli scafisti? Il diritto internazionale non prevede infatti la "raccolta organizzata e diffusa" ma piuttosto sancisce che se durante la navigazione incontri dei naufraghi sei tenuto a raccoglierli e portarli in salvo: e questo è proprio l'orientamento del Governo.
"Rotta deviata". La Geo Barents viola subito il decreto: ecco cosa rischia
Con l’entrata in vigore del decreto, cambia l’approccio al problema. "Chi rischia davvero la vita in mare - sottolinea il sottosegretario - deve essere ovviamente aiutato ma no ai salvataggi multipli da parte di navi che tornano in porto solo quando sono a pieno carico. Se si incontrano dei naufraghi, essi vanno portati subito in salvo. Altro aspetto determinante è che da ora in avanti le navi saranno passibili di controlli e dovranno svolgere attività coerenti con quelle per cui sono registrate: una nave commerciale difficilmente potrà essere usata per fare la spola in mare per raccogliere gruppi di migranti. Inoltre, in ogni caso lo screening delle persone tratte in salvo va fatto a bordo delle navi, in maniera da fornire sin da subito alle autorità italiane le informazioni utili sulla provenienza e sullo status dei naufragi già al momento dell’arrivo in porto, a garanzia della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica".
Insomma, regole semplici. "Che intendiamo far rispettare - annuncia Prisco - perché non intendiamo renderci complici degli scafisti. In caso di mancato rispetto delle regole internazionali, l’ingresso nelle acque internazionali non sarà autorizzato e, in caso di violazione del divieto, le imbarcazioni potranno essere sottoposte a fermo amministrativo per due mesi e poi, in caso di ulteriori violazioni, saranno sequestrate per poi essere confiscate. L'Italia fa ovviamente la sua parte ma è ovvio che l'obiettivo finale è quello di arrivare ad una strategia europea per fermare le partenze".