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Partito unico nel centrodestra, gelo di Fratelli d'Italia sul progetto di Berlusconi

Daniele Di Mario
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Silvio Berlusconi ci riprova. Intervistato da Libero, il leader di Forza Italia rilancia l'idea di centrodestra rinnovato e riunito in un movimento politico unico, un nuovo «grande partito conservatore, cristiano e liberale». Un progetto che, nonostante piaccia ai big azzurri e ai partitini centristi, lascia freddi gli alleati di coalizione, con Fratelli d'Italia e Lega che preferiscono non commentare le parole dell'ex presidente del Consiglio e fondatore del centrodestra.

«Dal 2023 gli italiani devono aspettarsi certamente un anno di duro lavoro, nel quale però non mancherà qualche segnale di speranza. Ci stiamo applicando perché sia anche l'anno della ripresa», dice a Libero Berlusconi, che sulla legge di Bilancio spiega: «Avevamo poco tempo a disposizione e risorse limitate, molte delle quali le abbiamo dovute impiegare per scongiurare gli effetti del caro-energia. Tuttavia alcuni risultati importanti li abbiamo ottenuti: un primo aumento delle pensioni minime, almeno per i più anziani, e sono stati realizzati anche alcuni tagli fiscali». Poi Berlusconi conclude: «Sogno un grande partito conservatore, cristiano e liberale. Una forza plurale». I progetti per Forza Italia? «Semplicemente quello di lavorare per onorare gli impegni con gli italiani».

L'idea del partito unico però viene accolta in modo gelido dagli alleati. Fratelli d'Italia sembra ignorare le parole di Berlusconi. Il partito unico, del resto, non piaceva a Giorgia Meloni quando FdI era al 4%, figurarsi ora, nella consapevolezza che quando si parla di partiti politici la somma non fa quasi mai il totale. Troppe poi le differenze tra i partiti, che governano sì bene il Paese, la stragrande maggioranza delle Regioni e migliaia di Comuni con un programma unitario, ma ancora hanno al proprio interno sensibilità molto diverse, ad esempio sulla collocazione nelle famiglie politiche europee. Nessun commento anche da Matteo Salvini o da altri esponenti del Carroccio, anche se da via Bellerio si ricorda come la Lega sia sempre stata sostenitrice del centrodstra unito in Italia e in Europa. L'idea del partito unico piace invece a Giovanni Toti, governatore della Liguria e da sempre sostenitore di un progetto unitario o federativo del centrodestra. «Siamo a inizio anno e dobbiamo crederci tutti insieme: che il 2023 sia l'anno delle riforme che cambiano la vita politica italiana - dice Toti - Berlusconi rilancia il Partito Repubblicano, un partito unico del centrodestra unito. Una idea che io coltivavo già anni fa, nonostante leader e partiti recalcitranti al progetto, tra cui la stessa Forza Italia. Sarebbe bello che, oltre a una vera autonomia per le Regioni, come quella dei Lander tedeschi, oltre al semipresidenzialismo a doppio turno, come avviene in Francia, anche i partiti poltici facessero un passo avanti», spiega ancora il presidente della Liguria, che aggiunge: «Due schieramenti: Repubblicani e Democratici. Governatori, sindaci, parlamentari scelti con meccanismi di democrazia interna come le primarie negli Usa. Sarebbe davvero un bel passo avanti. Ed è un dovere provarci». Il partito unico piace ovviamente ai big di Forza Italia. Per la capogruppo in Senato Licia Ronzulli, «le parole di Berlusconi sono l'unica rotta da seguire».

Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè ritiene «un grande partito liberale e pluralista, capace di rinnovare il Paese e far vincere all'Italia la sfide dei prossimi anni», l'unica idea «per il futuro del centrodestra». «Realizzarlo dipende da chi oggi è classe dirigente di questo centrodestra, dipende dalla maturità e dalla lungimiranza che ci chiede di avere lo statista inventore del centrodestra oramai trent' anni fa», dice Mulè.

D'accordo anche il ministro dell'Università Annamaria Bernini: «Ancora una volta il presidente Berlusconi traccia, con coerenza e saggezza, l'orizzonte politico del centrodestra. Una coalizione che ha in lui il padre e il più tenace sostenitore. Il progetto di un grande contenitore di tutte le sensibilità politiche vicine alla destra e al centro, moderate, liberali, conservatrici e riformiste è, da sempre, il suo sogno più erasmiano. Questa ariosa casa comune servirebbe alla politica e servirebbe soprattutto all'Italia. Abbiamo bisogno di stabilità, di una sana alternanza tra centrodestra e centrosinistra per avvicinarci alle grandi democrazie occidentali. Il tempo delle riforme è questo ed è il nostro. E Silvio Berlusconi ne rappresenta un tenace promotore e un assoluto protagonista». 

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