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Decreto Rave, scoppia il caso Forza Italia: quanti voti mancano all'appello

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Che il decreto Rave presentasse alcune criticità per i parlamentari di Forza Italia non è una novità. Non per le norme sul reato di rave o per l’ergastolo ostativo, bensì per le misure che prevedono il reintegro dei medici no vax. Tanto che già in prima lettura al Senato, la stessa capogruppo Licia Ronzulli non ha partecipato al voto. Malessere che si è ripetuto alla Camera: in occasione del voto definitivo, scorrendo i tabulati ufficiali della votazione, sono 13 i deputati azzurri che non hanno partecipato al voto pur non essendo in missione, mentre gli assenti per missione sono 4.

 

"Non ho partecipato al voto non perché non condividessi tutti i contenuti del decreto ma perché al suo interno, all’articolo 7, c’è una norma che non condivido e cioè la revoca della sospensione dell’attività professionale per i cosiddetti medici ’no vax’", spiega ad esempio il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano. In tutto le assenze nella maggioranza sono 53, di cui 30 quelle per così dire non giustificate, ovvero i deputati che non hanno votato ma non compaiono nell’elenco di quelli in missione. Nel dettaglio, sono 9 i leghisti in missione e 9 quelli che non partecipano al voto; 9 in missione per FdI e 6 non partecipano al voto. Infine, 1 in missione e 2 non partecipano al voto tra i deputati di Noi moderati.

 

Per quanto riguarda le opposizioni non sfugge, scorrendo i tabulati della votazione, il numero di assenze tra le fila del Terzo polo: su 21 deputati del gruppo hanno votato solo in 9, mentre 2 sono i parlamentari in missione e 10 gli assenti. Nel Pd 52 su 69 i votanti, con 1 deputato in missione e 16 dem assenti. Tra i 5 stelle sono 40 i votanti e 12 gli assenti. En plein per Sinistra e Verdi: tutti e 12 i deputati del gruppo sono presenti e hanno votato. 

 

In ogni caso, nonostante le polemiche sull’applicazione della "ghigliottina" i deputati hanno approvato il decreto con 183 voti a favore, 116 contrari e un astenuto. La decisione di usare la "tagliola" era stata presa dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio dopo una maratona durata ore e caratterizzata dall’ostruzionismo di PD, M5S e Sinistra-Verdi (senza il Terzo Polo) sugli ordini del giorno. Il testo, varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 31 ottobre e modificato in seguito dal Senato, doveva essere convertito in legge entro le 24 di oggi, pena la decadenza. Il provvedimento, oltre a introdurre nel Codice penale il reato di "Rave party", con reclusione da tre a sei anni e la multa da 1.000 a 10.000 euro, contiene anche interventi importanti come la riforma dell’ergastolo ostativo, il rinvio della riforma Cartabia e l’anticipo del reintegro di medici e sanitari no-vax

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