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Manovra, Pd e M5s in coro: "Mai visto un ritardo così". Ma con loro tempi più lungi

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Dario Martini
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Le opposizioni denunciano ritardi inaccettabili nell'approvazione della legge di bilancio da parte dei due rami del Parlamento. Per Pd e M5S, la maggioranza di centrodestra si sarebbe ridotta all'ultimo, in una corsa forsennata per sventare l'esercizio provvisorio che scatterebbe a Capodanno. La notte tra il 23 e il 24 dicembre, il segretario (dimissionario) del Pd Enrico Letta ha twittato dai banchi di Montecitorio: «Tutta la notte in Aula a tentare di far cambiare idea alla maggioranza sui tagli alla sanità, sulla fine di Opzione Donna e sulle misure inique della legge di bilancio. E il primo voto di una delle Camere arriva la vigilia di Natale. A rischio esercizio provvisorio. Mai successo».

Dello stesso tenore il commento del capo pentastellato Giuseppe Conte rilasciato in diretta online il 22 dicembre: «Stanno accumulando ritardi su ritardi». E ancora: «Non hanno le idee chiare, sono in forte ritardo». Eppure, basta avere una memoria non eccezionale per rendersi conto che non sta accadendo nulla di anomalo. Anzi, negli ultimi cinque anni (governi Gentiloni, Conte e Draghi) la legge di bilancio è stata approvata in via definitiva sempre in questo periodo: tre volte il 30 dicembre, due volte alla vigilia di Natale.

 

Occorre ricordare che l'attuale manovra è stata approvata dalla Camera all'alba del 24 dicembre, mentre l'ok definitivo del Senato è atteso a breve, entro giovedì 29. Letta sostiene che non è mai successo. Eppure, lo scorso anno, con il Pd in maggioranza e Mario Draghi a Palazzo Chigi, la manovra fu approvata dalla Camera al fotofinish: il 30 dicembre.

L'anno prima, nel 2020, con Conte premier e il Pd sempre in maggioranza, la legge di bilancio ebbe il via libera dal Senato ancora una volta il 30 dicembre. La Camera l'aveva licenziata solo tre giorni prima, il 27. Nel 2019, quando l'avventura del governo giallorosso era appena iniziata, non andò molto meglio. L'ok definitivo arrivò la vigilia di Natale, il 24 dicembre. Mentre nel 2018, con il Conte I (M5S+Lega), la Camera dette il via libera finale ancora una volta all'ultimo: il 30 dicembre. Nel 2017, invece, con Paolo Gentiloni premier, la manovra vide la luce il 23. La cronologia degli ultimi anni permette di rendersi conto che la corsa contro il tempo sotto Natale non è una novità. Tra l'altro, il governo guidato da Giorgia Meloni ha avuto meno tempo dei predecessori per lavorare alla legge di bilancio, dal momento che si è insediato solo il 22 ottobre. Ecco allora che le dichiarazioni allarmistiche di Letta e Conte vengono per forza di cose contestate dalla maggioranza.

«Il segretario del Pd, che ha già fatto il suo tempo, Enrico Letta, dimostra di essere un "fatino smemorino - commenta il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti - Non è affatto vero che mai prima d'ora si era arrivati col voto della manovra alla vigilia di Natale. I tempi della legge di bilancio sono gli stessi dello scorso anno, con la differenza che il governo Meloni si è insediato solo pochi mesi fa e non gode dell'ampio sostegno di cui godeva inizialmente il cosiddetto "governo dei migliori". Ed era accaduta la stessa cosa anche in altre recenti occasioni». Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo al Senato Lucio Malan: «FdI e il centrodestra approveranno la legge di bilancio nei tempi previsti, nonostante la difficile situazione che abbiamo trovato, il poco tempo e le limitate risorse».

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