Manovra, la furia di Giorgetti: "Se le modifiche non vanno bene, si voti il testo iniziale"
Dal Mef reagiscono contro ritardi e proteste: "A questo punto cambi solo la norma sul Pos"
La bagarre che sta andando in scena alla Camera rischia di ritardare l'approvazione della Manovra e portare il Paese in esercizio provvisorio. Così a prendere la parola è il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Che, in sintesi, sfida il Parlamento: "Se le modifiche non vanno bene, date l'ok al testo iniziale e si vada avanti".
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«Se il Parlamento ritenesse di non modificare la legge di Bilancio, per il Mef va benissimo il testo già approvato in Cdm». È quanto si apprende da fonti di via XX settembre. «Il testo sul quale verrà posta la fiducia in Aula, in questo caso - viene spiegato - sarà quello votato dal Governo, ad eccezione della modifica sul Pos».
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Una soluzione che si renderebbe necessaria qualora i partiti a Montecitorio tornassero a incartarsi. L'ultimo fronte di scontro è stato quello sul condono penale di alcuni reati tributari. Una norma che, secondo esponenti della maggioranza, non si applica ai cosiddetti "evasori" o "grandi evasori", ma riguarda esclusivamente i contribuenti che non sono riusciti a pagare il Fisco per difficoltà economiche.
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Tesi che, però, l'opposizione rimanda al mittente: "Per quanto ci riguarda ancora più grave della lentezza, della mancanza di regia e dell’assenza di coordinamento e del poco rispetto per il Parlamento, sarebbe per noi inaccettabile e inaudito se si pensasse di aggiungere in questo momento come pare di aver capito anche qualcosa che riguardasse la giustizia, qualche condono e l’estensione di qualche reato tributario. Per noi è inaccettabile. Per noi è importante che non ci siano aggiunte che possano pregiudicare lavori che sono già pregiudicati" ha tuonato la capogruppo del Pd Debora Serracchiani,
Il Movimento 5 Stelle ha addirittura convocato un'assemblea d'urgenza sul tema e il Terzo Polo ha dichiarato di voler abbandonare i lavori. A queste scosse si aggiungono i ritardi che si accumulano. Oggi la riunione dell'ufficio di presidenza della Commissione Bilancio è stato già rinviato per due volte. Mettendo a rischio l'approdo domani del testo in Aula.